Hotel in crisi, i turisti scelgono altro e i numeri parlano chiaro

C'è un nuovo trend per i turisti, snobbati gli hotel, sempre più in crisi, al posto dei cosiddetti affitti brevi.
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Il mondo è in continua trasformazione e anche cambi che credevamo consolidati vivono profondi mutamenti. Stavolta l’analisi degli espetti si concentra sugli hotel. Il settore turistico infatti sta attraversando una rivoluzione silenziosa che sta mettendo in difficoltà il tradizionale settore alberghiero. I dati recenti mostrano che i turisti stanno preferendo sempre di più gli affitti brevi in appartamento rispetto ai soggiorni in hotel, un trend che sta cambiando le dinamiche del mercato ricettivo. A guidare questa trasformazione sono fattori come flessibilità, costi contenuti e un’esperienza più personalizzata, elementi che hanno reso gli affitti brevi una scelta sempre più popolare sia tra i viaggiatori italiani che stranieri.

Gli ultimi numeri disponibili evidenziano come, già ad aprile 2024, gli appartamenti abbiano superato gli hotel nel tasso di utilizzo, con il 30,9% contro il 29,7%, secondo Confedilizia. Nei mesi successivi, questa tendenza si è ulteriormente rafforzata, con gli affitti brevi che a settembre hanno raggiunto un tasso di occupazione del 43%, ben al di sopra del 37,2% registrato dagli alberghi.

Le ragioni del successo degli affitti brevi

Le preferenze dei turisti per gli affitti brevi derivano da una serie di vantaggi pratici e psicologici. Questi appartamenti offrono maggiore libertà rispetto alle rigide regole di un hotel: orari flessibili per il check-in, la possibilità di preparare i pasti in autonomia e spazi più ampi, ideali soprattutto per famiglie o gruppi. In molti casi, gli affitti brevi risultano anche più economici rispetto alle tariffe alberghiere, pur garantendo un livello di comfort equivalente o superiore.

Un altro elemento chiave è rappresentato dalle recensioni online, che giocano un ruolo cruciale nella scelta della sistemazione. Gli appartamenti, infatti, ottengono spesso valutazioni più alte rispetto agli hotel: ad agosto 2024, il punteggio medio degli affitti brevi è stato di 85,2 su 100, superando gli 84 punti degli alberghi. Questa superiorità percepita si riflette anche nei commenti dei turisti stranieri, che rappresentano una fetta importante della clientela degli affitti brevi.

Crisi hotel e impatti dell’overtourism

Nonostante i numerosi benefici, l’espansione degli affitti brevi non è priva di conseguenze. Uno degli effetti più discussi è l’accentuazione del fenomeno dell’overtourism, ossia il sovraffollamento turistico che affligge molte destinazioni popolari. Secondo un sondaggio Ipsos, oltre la metà degli italiani considera il turismo di massa un problema per la vivibilità delle città. L’aumento dei flussi turistici spinge in alto i prezzi degli affitti nelle zone centrali, creando tensioni sociali e rendendo difficile per i residenti trovare soluzioni abitative a prezzi accessibili.

Casi emblematici come quello di Bologna, dove gli affitti brevi stanno spingendo fuori dal mercato gli studenti universitari, e Barcellona, dove il sindaco ha revocato migliaia di licenze per ridurre la pressione turistica, mettono in evidenza la complessità di questo fenomeno. Inoltre, circa il 40% degli intervistati ritiene che l’eccesso di turisti peggiori la qualità della vita, danneggi gli ecosistemi e influisca negativamente sull’esperienza di viaggio.

Una convivenza necessaria

Nonostante le sfide, gli affitti brevi non dovrebbero essere visti come una minaccia per il settore alberghiero, ma piuttosto come una componente essenziale di un’offerta turistica diversificata. La crescente domanda globale richiede infatti soluzioni ricettive più flessibili e variegate, in grado di soddisfare esigenze sempre più differenziate.

Confedilizia sottolinea l’importanza di un approccio bilanciato, che eviti provvedimenti eccessivamente restrittivi a danno del settore. Le normative sugli affitti brevi previste per il 2025, se troppo severe, potrebbero limitare la crescita di questo mercato, danneggiando sia i proprietari che i consumatori. Piuttosto che penalizzare gli affitti brevi, è necessario favorire un dialogo costruttivo tra gli attori del turismo e le amministrazioni locali per sviluppare soluzioni sostenibili.

Gli affitti brevi rappresentano un’opportunità unica per ampliare l’offerta turistica e rispondere alle nuove esigenze dei viaggiatori.

Tuttavia, è fondamentale gestire con attenzione gli impatti collaterali di questo fenomeno, affinché la trasformazione del settore turistico possa avvenire in modo equilibrato e rispettoso delle comunità locali.

In sintesi…

  • Gli affitti brevi stanno superando gli hotel grazie a flessibilità, prezzi competitivi e recensioni più positive, con un tasso di occupazione del 43% a settembre 2024 contro il 37,2% degli alberghi.
  • Il boom degli affitti brevi alimenta l’overtourism, causando aumenti nei prezzi degli affitti e tensioni tra residenti e turisti, con impatti negativi sulla vivibilità delle città.
  • È necessario un equilibrio tra regolamentazione e sviluppo, valorizzando gli affitti brevi come parte di un’offerta turistica diversificata, senza penalizzare il settore in espansione.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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