Se si decide di aprire un’attività all’estero vanno valutati bene molti presupposti prima di lanciarsi. Innanzitutto è da prendere in considerazione il fatto che la realtà in cui si intende aprire la nuova attività non si conosce molto bene e va considerato che la nazione in cui si decide di investire per il proprio lavoro diventerà anche la nazione in cui ci si trasferirà per vivere. Prima di guardare i parametri economici, quindi, è bene valutare le condizioni di vita che offre la nazione in generale e la città in particolare, in cui si decide di aprire una attività all’estero.
I Paesi migliori dove avviare un’attività
Fatte le premesse dovute vediamo qual è la classifica stilata dalla Banca Mondiale su quelli che sono i 10 migliori Paesi esteri in cui investire. In base a cosa è stata redatta questa classifica? Innanzitutto in base ai tempi che occorrono per aprire l’attività. Allacciare le utenze, per redigere i contratti e in base ai tempi giuridici per farli rispettare. Poi, non meno importante, sulle modalità di avviare e concludere rapporti di lavoro, tutti argomenti che dovrebbero interessare molto un futuro imprenditore. La frontiera dei nuovi investimenti non è rappresentata da Paesi europei ma da Singapore, Nuova Zelanda e Hong Kong, che si sono posizionati sul podio della classifica in questione. Il primo Paese europeo si trovo soltanto alla quarta posizione ed è rappresentato dalla Danimarca, seguita da Norvegia , Regno Unito e Finlandia. Vediamo nel dettaglio la classifica completa sui Paesi dove è meglio aprire una nuova attività all’estero: <ol