Quando andremo in pensione e quanto prenderemo? Sono queste le domande che i lavoratori si pongono quando si avvicinano all’età pensionabile e generalmente quando superano i 55 anni di età.
Ma ci sono anche molti giovani che, disorientati dalla giungla legislativa italiana, si pongono spesso l’interrogativo prima di intraprendere una carriera. Nell’incertezza generale sulla prossima riforma pensioni cerchiamo di fornire qualche indicazione sull’importo della rendita.
Il tasso di sostituzione
Generalmente l’importo della pensione è determinato da diversi fattori.
In previsione, per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, il tasso di sostituzione a fronte di una carriera lavorativa regolare si aggira intorno al 55-60% dello stipendio medio. Contro percentuali che nel sistema retributivo puro arrivavano anche al 90-100%. Cioè la pensione era quasi uguale allo stipendio.
Detto questo, l’importo della pensione dipende essenzialmente da quattro fattori: l’età pensionabile, l’importo dei contributi, il sistema di calcolo e il coefficiente di trasformazione. Vediamo di cosa si tratta e come funzionano.
Come si calcola l’importo della pensione
La prima regola generale da conoscere è che più si tarda l’uscita dal lavoro, maggiore sarà la pensione. Questo dipende dal fatto che lo Stato, tenendo conto delle aspettative di vita, riconosce più soldi se si campa di meno.
Per questo si fa riferimento al coefficiente di trasformazione applicato al montante contributivo al momento della liquidazione della pensione. Tale coefficiente aumenta con l’età e determina l’importo della rendita.
Ma l’importo dipende anche da quanti contributi sono stati versati nella cassa pensionistica di appartenenza. Maggiore è il montante contributivo e più alta sarà la pensione.
Ultimo fattore che determina l’importo dell’assegno è il sistema di calcolo. Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 si applica il sistema di calcolo misto della pensione. Cioè la rendita viene quantificata in parte col sistema retributivo, per i versamenti ante 1996 (più vantaggioso), e in parte col sistema contributivo, per i periodi di copertura dal 1996 in avanti.
A parità di età e monte contributivo, percepirà una rendita maggiore chi può far valere più contributi prima del 1996 rispetto a chi ne ha di meno.