Il 20 ottobre scorso, l’agenzia S&P ha promosso il rating dei bond della Grecia a BBB-, facendoli tornare nell’area “investment grade” (IG) dopo tredici anni. La mossa era stata largamente scontata dai mercati, che anche per questo da mesi sono a caccia di titoli del debito pubblico ellenico come fosse miele. I rendimenti decennali sono crollati dello 0,90% rispetto ai massimi toccati a fine settembre, passando dal 4,51% al 3,61% di ieri. Lo spread con i Bund a 10 anni della Germania non arriva a 120 punti base o 1,20% contro i 175 o 1,75% dei BTp.
Bond Grecia battono BTp
Dai massimi di ottobre, il decennale italiano è arretrato dello 0,80% in termini di rendimento. Benissimo, ma non quanto i bond della Grecia, che già partivano da livelli di circa mezzo punto percentuale più bassi. E ci sono solide ragioni per prevedere che anche l’anno prossimo il trend relativamente favorevole ad Atene perduri.
Rimborso anticipato dei prestiti bilaterali
Ieri, alcuni funzionari del Ministero delle Finanze hanno riferito a Reuters che a dicembre il governo rimborserà 5,3 miliardi di euro di prestiti bilaterali dei governi europei in anticipo rispetto alle scadenze previste per il 2024 e il 2025. E anche l’anno prossimo, spiegano, l’intenzione sarebbe di anticipare i rimborsi. Queste operazioni hanno il fine di dimostrare ai mercati sufficiente fiducia sulla capacità del paese di andare avanti con risorse proprie.
Tra il 2010 e il 2015, la Grecia ricevette oltre 260 miliardi di euro di prestiti da parte del Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea. Al primo sono stati restituiti tutti i 28 miliardi elargiti, di cui l’ultima tranche è stata pagata in anticipo l’anno scorso. Ai governi europei restano da restituire 40 dei 53 miliardi concessi. Il resto sono esposizioni verso essenzialmente i fondi Efsf-Mes. Il paese dispone di 35 miliardi di euro di liquidità, grazie alla quale può contenere le emissioni di debito sul mercato e fronteggiare eventuali imprevisti, com’è accaduto durante la pandemia.
Trend positivo per conti pubblici
Il ritorno dei bond della Grecia nell’area IG consente alla Banca Centrale Europea (BCE) di inserirli nella sua lista degli acquisti ai fini di politica monetaria. E l’anno prossimo, Atene stima un saldo primario (al netto degli interessi sul debito) al 2,1% del PIL, grazie anche alla forte crescita economica, attesa al 2,9% e trainata tra l’altro dal boom del turismo. A titolo di raffronto, pensate che il governo italiano stima per il 2024 un saldo primario del -0,2%, pur in forte miglioramento rispetto al -1,5% di quest’anno. In pratica, la Grecia chiude il bilancio in attivo se escludiamo il costo del suo debito, l’Italia ancora in passivo.
Il fattore politico era stato cruciale negli anni passati per tenersi alla larga dai bond della Grecia. L’estrema sinistra capeggiata da Alexis Tsipras aveva destabilizzato Atene, mandando in frantumi il suo tradizionale bipartitismo. Ma l’ex premier è stato duramente sconfitto alle ultime elezioni e si è persino dimesso da leader di Syriza. Il governo conservatore di Kyriakos Mitsotakis gode di grande fiducia sui mercati e punta ad accelerare la crescita del PIL tramite le riforme economiche, nonché a ridurre drasticamente il peso del debito pubblico. Da qui ai prossimi 3-4 anni, le proiezioni internazionali stimano che esso sarà inferiore a quello dell’Italia.
Bond Grecia, mercati fiduciosi
Gli investitori stanno dando credito ai bond della Grecia, fiutandone i possibili rialzi anche in vista del taglio dei tassi di interesse da parte della BCE nel medio termine. E’ evidente che anche Atene si avvantaggerà dell’allentamento monetario, pur in misura inferiore all’Italia, avendo sul mercato soltanto un quarto del proprio debito pubblico. Gli altri upgrade arriveranno nei prossimi mesi, anche se sono già insiti nei rendimenti dei bond della Grecia.