I Bot a sei mesi rendono solo 0,16%. Ormai non li vuole più nessuno

Solo le banche li sottoscrivono come parcheggio per la liquidità. E il Ministero riduce le commissioni per incentivare la clientela. In Grecia salgono ancora i rendimenti
10 anni fa
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I Bot non li compra più nessuno. Strumento finanziario italiano principe del passato (Bot people), oggi è sistematicamente disertato dai risparmiatori. Li comprano solo le banche e gli investitori istituzionali che comunque ci guadagnano parcheggiando la liquidità in titoli di stato a breve termine rispetto ai tassi negativi (-0,20%) offerti dalla Bce. Così, se da un lato lo Stato risparmia soldi per rifinanziarsi sui mercati obbligazionari, dall’altro sta sorgendo il problema di collocare i Bot presso gli investitori retail, anche perché le banche hanno più interesse a distribuire gli strumenti finanziari statali alla loro clientela.

Non è quindi un caso che il Ministero dell’Economia e delle Finanze è corso ai ripari riducendo le commissioni massime applicabili alla clientela nel caso della sottoscrizione in asta di Buoni ordinari del Tesoro.   Asta Bot disertata dai risparmiatori, il Mef riduce le commissioni   Il provvedimento si inserisce nell’ambito del ‘decreto trasparenza’ e va messo in alla “riduzione intervenuta nei tassi interesse”, dice una nota del dicastero. Il tetto massimo per le commissioni passa così a 0,05% da 0,10% per il Bot a tre mesi, 0,10% da 0,20% per il sei mesi e 0,15% da 0,30% per il dodici mesi. La misura di legge, entrata in vigore il 20 gennaio, prevede inoltre un azzeramento delle commissioni in caso di rendimento nullo o negativo e “nuove modalità per la pubblicizzazione delle informazioni relative ai collocamenti”.   Bot semestrali, i rendimenti scendono a 0,16%   [fumettoforumright]Il Tesoro ha venduto tutti i 7 miliardi di euro di Bot a sei mesi (IT0005075699) con tassi in netto calo allo 0,16% dallo 0,297% dell’asta di dicembre, sfiorando il minimo storico dello 0,13%, segnato ad agosto scorso. Il titolo zero coupon a 182 giorni e che andrà a rimborso il 31 luglio 2015 è stato venduto a 99,919.”L’asta è andata ben come pronosticato, era nelle attese” – commentano gli analisti -. “Il tasso è sceso su nuovi minimi storici e la richiesta ha registrato un forte aumento a 1,74 da 1,39 dell’ultimo collocamento.
Una copertura di tutto rispetto”. Per l’esperto l’ottima domanda indica come “la discesa dei tassi potrebbe non essere finita qui”. Nel frattempo Berlino ha collocato solo 939 milioni di euro di Bund trentennali con rendimento sui minimi storici all’1,07%. La Germania offriva 2 miliardi di titoli ma ha ricevuto solo 1,212 miliardi di richieste. “L’emissione è quindi tecnicamente scoperta. Non è un a novità”, conclude l’esperto.   Bond greci sopra il 10% e asta Bund a 30 anni tecnicamente scoperta     Al di fuori dei confini nazionali, i rendimenti dei titoli di Stato decennali dell’Eurozona trattano in leggero rialzo. Il costo di finanziamento del Bund è a 0,41%, quello del Btp all’1,59% con spread a 118 punti base e quello spagnolo all’1,45% con differenziale a 104 pb. “Prosegue la lenta risalita dei rendimenti” – commenta uno strategist a MF-Dowjones – “ma non ci sono grossi scossoni e per ora l’effetto Grecia resta contenuto. Il mercato resta in attesa del comunicato del Fomc di stasera”. Il fronte caldo rimane Atene con i rendimenti dei titoli di Stato greci che restano sotto pressione. Sull’obbligazionario ellenico – spiegano gli analisti di Mps Capital Services – “continua a pesare l’attesa per le decisioni del nuovo Governo in merito alla situazione debitoria di Atene”. In settimana il primo ministro Alexis Tsipras inizierà una serie di incontri con varie istituzioni europee per discutere del tema. Il rendimento del biennale ellenico è al 15,48%, del triennale al 15,553%, del quinquennale al 12,771% e del decennale al 10,172%.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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