E’ stata festa ieri a Wall Street per il titolo Netflix, che sin dalle contrattazioni di martedì nell’after hours aveva registrato rialzi a doppia cifra. Il colosso dei film e delle serie TV in streaming è stato il primo tra le società tecnologiche e dei media ad avere pubblicato i dati sui conti relativi all’ultimo trimestre del 2020: ricavi in crescita tendenziale del 21,5% a 6,64 miliardi di dollari, numero di abbonati cresciuto di quasi 37 milioni, sorpassando per la prima volta la soglia dei 200 milioni, a 203,7 milioni.
Nell’anno della pandemia, Netflix ha visto crescere il fatturato di quasi 5 miliardi, così come gli abbonati di circa il 23%. Risultati che si devono in buona parte proprio ai “lockdown” imposti dai governi contro il Covid, che hanno tenuto e continuano a tenere milioni e milioni di famiglie a casa. In assenza di altre forme di intrattenimento possibili, lo streaming diventa uno dei passatempo preferiti.
Nell’ultimo anno, a beneficiare di questo trend non sono state solamente le azioni Netflix (+50%), bensì anche le sue obbligazioni. A inizio febbraio scade un bond con cedola fissa 5,375% (ISIN: US64110LAE65) per 500 milioni di dollari. La società ha reso noto che il suo rimborso avverrà attingendo alle disponibilità liquide, pari a 8,2 miliardi al termine del 2020 e a cui vanno sommati 750 milioni di una linea di credito rimasta inutilizzata. Dal 2011, le emissioni hanno ammontato a 15 miliardi di dollari e Netflix ha stimato che nel prossimo futuro rimarranno nell’ordine dei 10-15 miliardi, lasciando trasparire un tendenziale miglioramento dell’outlook finanziario.
Bond Netflix: rating bassi, rendimenti buoni
Le obbligazioni Netflix non godono di rating elevati, essendo classificati BB da S&P e Ba3 da Moody’s, vale a dire “non investment grade” o titoli “spazzatura”.
Quanto ai guadagni, pur essendo stati grosso modo simili, bisogna considerare che nell’ultimo anno il cambio euro-dollaro si sia apprezzato di circa l’8,5%. Dunque, virtualmente la plusvalenza effettiva lorda generata dal bond in dollari sarebbe stata solamente del 3%, meno di quattro volte inferiore a quella del bond in euro. Seguendo lo spread Treasury-Bund a 10 anni, il mercato si attenderebbe un deprezzamento medio del dollaro contro l’euro di oltre l’1,60% all’anno, ragione per cui le obbligazioni 2030 di Netflix in valuta americana dovrebbero almeno offrire intorno al 3,10% per essere considerate equivalenti a quelle in euro sul piano del rendimento effettivo.
Netflix emette bond in dollari ed euro per 2 miliardi, rating “spazzatura” e oggi il pricing