I distributori automatici evadono le tasse?

Bevande, caffè ma anche libri e abbigliamento intimo: ecco che ben presto tutta la vita sarà un piacevole distributore automatico
13 anni fa
1 minuto di lettura
Il distributore automatico conviene soprattutto se il fisco è indietro coi tempi

Nell’attuale clima generale instauratosi di caccia all’evasore fiscale forse si è sottovalutato un business non di secondaria importanza, quello dei distributori automatici (che a volte oggi si estendono anche in veri e propri negozi totalmente self service).

 

Tassazione distributori automatici: la legge ferma al 1996

Ormai esistono distributori di ogni genere (sigarette, bibite, preservativi, giocattoli, film , gratta e vinci, capi di abbigliamento e biancheria intima etc) e dislocati nei luoghi più disparati e comunque strategici (dagli uffici ai negozi chiusi di notte, dalle scuole agli ospedali e così via): quando si effettua un acquisto presso queste macchinette non viene rilasciato scontrino fiscale.

I distributori automatici infatti sono esonerati dall’emissione dello scontrino fiscale in base all’articolo 2 del DPR numero 696 del 21 dicembre, 1996. Una legge evidentemente anacronistica che non tiene conto del giro di affari di questo settore, uno dei pochi a non conoscere gli effetti della crisi visto che il numero delle macchinette attive è aumentato del 6,5% nell’ultimo anno fino ad arrivare a 3186. In media in Italia si conta un distributore automatico ogni undici abitanti. E‘ vero che chi gestisce un distributore automatico ha l’obbligo di indicare sul registro l’ammontare  dell’incasso giornaliero ma di fatto l’esenzione dall’obbligo di scontrino e la mancanza di una qualsiasi forma di tracciatura fiscale delle transazioni, apre le porte all’evasione fiscale.

 

Normativa distributori automatici: è necessario un intervento

A denunciare questo iniquo favoritismo rispetto a qualsiasi altra attività commerciale (perché di questo si tratta anche in assenza di una persona fisica incaricata della vendita) è stata l’ Associazione Contribuenti Italiani.

Non solo: il guadagno proporzionale che un distributore permette di ottenere sul singolo prodotto è molto alto. Prendiamo l’esempio di una bottiglietta d’acqua da 500 cl.: al supermercato sugli scaffali costa circa 20-30 centesimi mentre fresca in una macchinetta strategicamente posizionata può arrivare ad avere un prezzo anche cinque o sei volte superiore. Moltiplichiamo questo guadagno per le circa 700 milioni di bottigliette d’acqua vendute ogni anno per avere un’idea di quale contributo fiscale potrebbero o dovrebbero dare queste forme di attività. 

 

NdR: su InvestireOggi stiamo da tempo provando a parlare di un’altra evasione fiscale di tipo legale. Un’evasione fiscale che non prevede sanzioni o accertamenti poichè rispetta le leggi (o i vuoti legislativi) dello Stato ma non potrà mai rispettare le regole alla base di una comunità sana. Casi di furbizia fiscale, che quasi mai riguardano i piccoli e che danneggiano l’interesse della collettività.

Ikea risparmia sulle tasse: c’è il trucco, non l’evasione

Le banche pagano le tasse? Una riforma fiscale necessaria

Apple e i trucchetti per pagare meno tasse

150 mld sui conti correnti svizzeri non sono evasione fiscale?

 

 

 

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

Lascia un commento

Your email address will not be published.