I Ferragnez perdono 130 mila follower su Instagram in una settimana, ma il ‘pandoro-gate’ rischia di fare danni a tutto il mondo non profit

I Ferragnez rischiano di colpire con i loro errori sulla beneficenza l'intero settore non profit. E i follower della coppia si riducono.
12 mesi fa
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Ferragnez in caduta di popolarità
Ferragnez in caduta di popolarità © Licenza Creative Commons

Sono giorni a dir poco complicati per i Ferragnez, termine nato dalla fusione dei nomi di Chiara Ferragni e Fedez, sposati da cinque anni e con due figli. Lei influencer di grande fama mondiale, lui rapper e sempre più personaggio televisivo, oltre che social. Insieme, fanno quasi 45 milioni di follower solo su Instagram. La coppia è riuscita negli anni a sfruttare abilmente la propria immagine per fare soldi. La loro vita è tutto un reality, quotidianamente sotto le foto- e videocamere a beneficio del pubblico guardone.

Pandoro-gate fa emergere modus operandi discutibile

La scorsa settimana è arrivato il primo grande inghippo per il business dei Ferragnez. Lei è stata sanzionata dall’Antitrust per 1 milione di euro per “pubblicità ingannevole”. Secondo l’authority, avrebbe tratto in inganno i consumatori lasciando credere che nel Natale del 2022 l’acquisto dei pandoro Balocco servisse a finanziare l’ospedale Regina Margherita per un macchinario a favore dei bambini malati di osteosarcoma e sarcoma di Ewing. Invece, il sovraprezzo di circa 5,50 euro pagato dagli acquirenti fu destinato sostanzialmente a pagare il cachet milionario dell’influencer testimonial.

Travolta dalle critiche sui social, Chiara Ferragni ha annunciato in lacrime che verserà 1 milione di euro all’ospedale Regina Margherita e ha chiesto scusa per l’“errore di comunicazione” commesso. E’ emerso nel frattempo che questo sia un suo “modus operandi”: fare da testimonial per iniziative di beneficenza senza un vero legame tra prodotto acquistato e donazioni. Lo stesso è accaduto con le uova di Pasqua di Dolci Preziosi reclamizzate tramite un paio di post sul proprio profilo. In beneficenza sono andati 36 mila euro in due anni, a lei un cachet di 700 mila euro per la cessione dell’immagine e per il packaging con tanto di sorprese.

Danno d’immagine per i Ferragnez

Il danno d’immagine per i Ferragnez è stato enorme. Lei ha perso in sette giorni oltre 94 mila follower, lui circa 36.230.

In totale, -130 mila. Rispetto ai numeri giganteschi dei due, briciole. Parliamo di un calo di poco superiore allo 0,25%. In pratica, appena un follower su 400 ha smesso per ora di seguire la coppia. Ciò non toglie che il contraccolpo al business può diventare rilevante. Non solo per le prossime settimane o mesi potrebbero non arrivare nuovi contratti di sponsorizzazione, ma quelli già siglati potrebbero essere rescissi.

In effetti, l’immagine è fondamentale per un influencer o testimonial. E quando essa viene intaccata, la società ha tutto il diritto di slegarsi da un eventuale contratto per la sponsorizzazione del proprio prodotto o servizio. Se questo accadesse, sarebbe un grosso guaio per i Ferragnez. Anche perché, una volta intaccata, l’immagine difficilmente torna come prima. Quasi mai in tempi brevi.

Settore non profit in allarme

Il rischio lo corre, tuttavia, non solo il business dei due. Ad andarci di mezzo sotto Natale, periodo propizio per le donazioni degli italiani, sarebbe l’intero settore non profit. Il messaggio che può passare è che tutti promettono di usare i tuoi soldi per fare beneficenza, mentre alla fine vanno a finire esclusivamente o quasi nelle tasche degli organizzatori e/o dei testimonial. La vicenda rimarca le incongruenze del modo di fare affari di Chiara Ferragni e marito. I testimonial di opere di beneficenza non dovrebbero prendere soldi. Perlomeno, questo è quanto accaduto generalmente fino ad oggi.

Nel caso dei Ferragnez siamo di fronte a iniziative di marketing spacciate come beneficenza. La confusione che ne è emersa si rivela potenzialmente fatale per il mondo non profit. Vero è che, in genere, una quota finanche elevata delle donazioni va a coprire i costi gestionali delle associazioni. E anche questo negli anni ha ridotto fortemente la fiducia degli italiani verso il settore. Tuttavia, una cosa sono le spese delle spesso pesanti macchine organizzative, un’altra spendere fior di quattrini per pagare cachet a sei o sette cifre ai testimonial.

Mentre (teoricamente) le prime garantiscono per la trasparenza dell’impiego delle donazioni, i secondi s’intascano la maxi-cifra senza neppure avere idea perlopiù per cosa stiano mettendoci la faccia.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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