Anche i guadagni partita IVA del professionista possono formare oggetto di pignoramento da parte del fisco per il recupero dei crediti vantati verso il professionista stesso per imposte non pagate.
Vediamo, tuttavia, quali sono i beni pignorabili e quali, invece, gli intoccabili.
Le scelte del professionista
Chi esercita la propria attività professionale con partita IVA, gestisce in autonomia le proprie scelte lavorative ed anche quelle verso il fisco. Quindi, come e quando versare le imposte e tasse in base a quella che è la propria situazione economica e reddituale in quel momento.
Una momentanea difficoltà a versare le imposte dovute può indurre il professionista a posticipare o evadere del tutto o in parte l’erario.
Conseguenza di ciò è l’essere potenziale destinatario di azioni di recupero, da parte dell’Amministrazione finanziaria, delle somme dovute, fino all’eventuale pignoramento di beni (inclusi i guadagni) laddove, nemmeno a seguito di avvisi ricevuti per mettersi in regola, questi, comunque, non adempie ai propri obblighi tributari.
Guadagni partita IVA: quali beni si possono pignorare?
Il professionista con i propri guadagni partita IVA può decidere l’uso a proprio piacimento a seconda del bisogni propri e della propria famiglia. Quindi, depositarli in conto corrente, acquistare un automobile, acquistare una casa, stipulare assicurazioni sulla vita, acquistare beni di valore, ecc.
Non tutti questi beni possono diventare oggetto di pignoramento. Ad esempio, è pignorabile il conto corrente, così come sono pignorabili l’automobile ed i beni di valore (argenteria, quadri, ecc.). Pignorabile, previa iscrizione di ipoteca, è anche una casa.
Non sono, invece, pignorabili i beni necessari al vivere quotidiano, ad esempio, letti, armadi, elettrodomestici, vestiario, ecc.
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