Attenzione perché i lavori non sono tutti uguali, e neanche i lavoratori. Ma intanto la riforma delle pensioni resta al palo. Inoltre, il tempo stringe visto che la riforma strutturale della previdenza pubblica dovrebbe partire dal 2023.
Così come è vero che i lavori non sono tutti uguali. Ma in realtà ci sono attualmente in vigore misure di pensionamento anticipato che sono non solo molto rigide. Ma anche agganciate solo ed esclusivamente a calcoli puramente matematici.
Come la Quota 102 che è un’opzione esercitabile solo se, nel corso del 2022, il lavoratore avrà almeno 64 anni di età con 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.
I lavori non sono tutti uguali (e neanche i lavoratori): ma intanto la riforma delle pensioni resta al palo e il tempo stringe
Per la riforma delle pensioni che resta al palo, e con il tempo che stringe, sono forti infatti le attese proprio sui lavori che non sono tutti uguali. A partire da quelli intermittenti e precari che non permetteranno ai giovani lavoratori di oggi di arrivare alla pensione.
L’ipotesi di istituzione dal 2023 della cosiddetta pensione di garanzia mira, anzi mirerebbe proprio a questo. Dato che i lavori non sono tutti uguali e neanche i lavoratori- E visto che c’è chi ha buchi contributivi causati proprio dalle carriere lavorative discontinue.
Perché la riforma delle pensioni del Governo Draghi è al momento sospesa
Proprio i Sindacati, sul fatto che i lavoratori non sono tutti uguali, non a caso chiedono dal prossimo anno più flessibilità in uscita. Pur tuttavia, il dialogo tra i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil, ed il Governo guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, resta temporaneamente sospeso. A causa della guerra in Ucraina che ha repentinamente e drasticamente cambiato in Italia l’agenda di Governo.