Si discute molto, di recente, dei maggiori poteri conferiti al Fisco per i controlli sui movimenti bancari: riguardano anche i prelievi dal proprio conto? Sappiamo che i bonifici, essendo operazioni tracciabili, possono facilmente finire nel mirino del Fisco. Ma l’intestatario del conto è libero di ritirare allo sportello bancomat le somme di cui ha bisogno oppure anche i prelievi in contanti dall’ATM devono poter essere giustificati. Da quale somma si rischiano gli accertamenti delle Entrate? Cerchiamo di fare chiarezza su queste nuove forme di controllo che stanno generando un certo allarmismo tra i titolari di conti corrente.
Riconoscere i poteri delle Entrate non significa pensare che ogni prelievo o bonifico che facciamo dal nostro conto sia spiato. Di norma i controlli sui conti corrente scattano quando sono stati avviati accertamenti e per casi sospetti.
In linea generale ognuno è libero di prelevare dal proprio conto. La legge non impone delle soglie oltre le quali scattano in automatico le verifiche. I controlli vanno contestualizzati. Può succedere però che, per prelievi particolarmente alti, la banca chieda di giustificare l’uso che si farà del denaro.
Le informazioni vengono prese dall’Istituto di credito e non verranno trasmesse all’Agenzia delle Entrate. Sarà la direzione della banca, che valuterà se segnalare il tutto alla UIF (Unità di Informazione Finanziaria). Ciò può accadere se il funzionario riscontrasse il rischio di un illecito con le somme prelevate.