La Federal Reserve esclude l’adozione dei tassi negativi, ma attraverso i “dot plots” ci ha fatto intendere l’altro ieri che manterrà il costo del denaro a zero fino almeno al 2022. La BCE presta ormai alle banche denaro a interessi sottozero con le aste cosiddette T-Ltro, essendo divenuto il reale riferimento per il costo del denaro nell’Eurozona il tasso sui depositi overnight, attualmente al -0,50%. Il Giappone, invece, i tassi negativi li ha adottati esplicitamente, così come ancora più marcatamente Svizzera e Danimarca e, fino a qualche mese fa, la Svezia.
Eppure, il pil USA quest’anno dovrebbe crollare del 6,5% per le stime Fed, mentre quello nell’Eurozona di una media del 10%, stando alla BCE. E dire che, a parte gli stimoli monetari, gli stati si sono imbarcati in stimoli fiscali che non hanno precedenti per rapidità e intensità. I soli USA hanno già stanziato 3.000 miliardi di dollari e pensano di stanziarne di altri, a cui si aggiungono 3.000 miliardi di liquidità iniettata sui mercati dalla Fed. La BCE ha varato programmi di acquisti straordinari di assets per quasi 1.470 miliardi di euro e i governi dell’area dal canto loro stanno sostenendo le rispettive economie per centinaia e centinaia di miliardi.
Dunque, le stamperie delle banche centrali a sostegno dell’indebitamento illimitato dei governi non starebbero servendo a centrare l’obiettivo di impedire un’implosione dell’economia. Se parlassimo con qualsiasi banchiere centrale, ci direbbe che l’alternativa sarebbe molto peggiore, che senza i poderosi stimoli messi in campo in questi mesi i mercati di beni, servizi e del credito sarebbero letteralmente collassati. Ma questo “modus cogitandi” è tipico di chi non può dimostrare i risultati delle proprie azioni e paventa scenari horror in alternativa al proprio operato.
L’impotenza delle banche centrali onnipotenti
La verità è che si fa facile e, forse, voluta confusione tra il concetto di liquidità e quello di solvibilità di un sistema economico.
Per capire di cosa parliamo, facciamo un esempio molto pratico: Alitalia. La compagnia aerea ha appena ricevuto altri 3 miliardi di euro dal governo per evitare la chiusura. Oggi come oggi, può indebitarsi teoricamente a costi molto bassi, ma non per questo si tratta di una società sana, né per questo lo diverrà. Anzi, prestarle denaro equivale al momento a gettarlo in un pozzo senza fondo. Già prima del Covid-19, gli aerei dell’ex compagnia di bandiera si levavano in volo sempre ed esclusivamente in perdita. Puoi anche prestarle 100 miliardi, ma con il passare degli anni sarà destinata a fallire lo stesso, una volta esaurito l’ossigeno del credito.
Le banche sanno per mestiere a chi possano e a chi non debbano prestare un solo centesimo. Non importa che la BCE o la Fed presti loro denaro a tassi negativi o nulli, perché se non trovano clienti idonei, con un business valido e conti in ordine, non presteranno un giro alcunché. Anzi, prenderanno quel denaro a costo infimo ottenuto dalle banche centrali per impiegarlo a rischio nullo o quasi sui mercati finanziari, attraverso operazioni di pura speculazione e volte a fruttare margini di guadagno immediati e senza esporsi a rischi diretti di insolvenza.
Fallimento di stato e banche centrali
Il Decreto “Liquidità” è stato un fallimento in piena regola per questo motivo.
Questa crisi farà chiudere tante aziende nel settore della ristorazione, alberghiero, del commercio e dell’artigianato, per il semplice motivo che le restrizioni di questi mesi e che resteranno in vigore presumibilmente ancora a lungo non consentiranno loro di gestire il business in maniera economicamente vantaggiosa. E come nel più classico dei circoli viziosi, il calo dei redditi creerà le premesse per l’uscita di scena di altre aziende, anche non direttamente colpite dalla pandemia, a causa del fatturato calante e dei margini di profitto ridotti o nulli.
Tutto questo sta avvenendo a fronte di una liquidità disponibile mai così elevata nella storia economica. Le banche centrali stanno assistendo al fallimento delle loro stamperie e ne sono consapevoli. Lo stesso dicasi per i governi, che non riescono a compensare nemmeno con roboanti misure fiscali di sostegno, vuoi perché, per quanto elevate, non saranno mai capaci di sostituirsi all’economia privata, vuoi anche per l’incapacità/impossibilità di far fluire gli aiuti a quanti ne abbiano realmente bisogno. E’ la fine dell’onnipotenza di stato e banche centrali, proprio quando entrambi sembrerebbero aver dilatato i rispettivi poteri oltre ogni immaginazione.
Perché abbiamo bisogno di oro contro la pazzia di banche centrali e governi