In questi mesi è tutto un susseguirsi di articoli di giornale, anche nostri, sul crollo dei tassi d’interesse per i mutui casa, mai così convenienti in Italia. Il costo del denaro è sceso ai minimi storici nell’Eurozona e questo consente a famiglie e imprese di indebitarsi a tassi infimi. Ma non ci sono solo i mutui ipotecari quali forme di finanziamento per i clienti. In generale, il mondo dei prestiti si mostra variegato, tra personali e finalizzati, con i primi ad essere concessi indipendentemente dall’uso che s’intenda fare del denaro ricevuto e i secondi legati all’acquisto specifico di beni e servizi.
Corsa alla surroga del mutuo nell’aria, col tasso fisso risparmiati 6.000 euro in un anno
Ma esistono davvero? Ovvero, ci sono istituti di credito o agenzie finanziarie disposti a prestare denaro senza ricavarci nulla e correndo anche il rischio di rimetterci nel caso di mancata restituzione del finanziamento? Per rispondere, dobbiamo partire da un paio di premesse. La prima riguarda la natura del tasso d’interesse: è il costo che un debitore deve sostenere per avere ricevuto liquidità da un soggetto creditore, il quale ha diritto per ciò stesso a una remunerazione. Se tutti i prestiti fossero a tassi zero, ci sarebbe una domanda tendenzialmente infinita di denaro, visto che non comporterebbe alcuna assunzione di costi.
Secondariamente, è proprio la definizione di tasso a prestarsi a un uso variegato. Formalmente, tutti gli istituti che erogano prestiti sono tenuti a indicarne il T.A.N. e il T.A.E.G. Il primo è l’acronimo per Tasso Annuo Nominale, il secondo per Tasso Annuo Effettivo Globale. Il T.A.N. rappresenta gli interessi che il creditore applica al prestito erogato ed è espresso in forma percentuale e su base annua.
La definizione di tasso
Per questo motivo, il T.A.E.G. risulta sempre superiore al T.A.N. E poiché i costi diversi dagli interessi che esso include sono spesso fissi, cioè non legati all’importo erogato, tende a scostarsi dal T.A.N. in misura crescente per i piccoli prestiti, mentre sulle grosse somme la differenza tra i due tassi si riduce ai minimi termini. Detto questo, i prestiti a tasso zero si riferiscono al T.A.N. o al T.A.E.G.? La risposta appare ovvia: al primo. Nessun istituto ci rimetterebbe di tasca propria per coprire costi a favore del cliente, pur nel caso in cui decidesse per una qualche strategia di marketing di non percepire alcun interesse.
Prestiti a tasso zero, ma esistono davvero? Ecco come evitare le fregature
Per questo, il prestito a tasso zero non significa anche che sia a costo zero, perché il T.A.E.G. risulterà sempre positivo. E se scoprissi che anche quest’ultimo fosse nullo? In casi rarissimi, potrebbe accadere che un rivenditore di beni o servizi stringa accordi con un’agenzia finanziaria per consentire ai clienti di fare acquisti a tasso zero e aumentare il proprio giro d’affari, mentre il finanziatore si fa una buona pubblicità, magari venendo premiato in futuro dagli stessi clienti e scelto per la richiesta di un nuovo prestito o mutuo.
Non si tratta di una fregatura, sebbene di per sé l’azzeramento dei costi raramente sia garantito. A meno che il rivenditore non faccia il furbo, cioè aumenti il prezzo del bene o servizio per il quale viene acceso il prestito, di fatto solo fingendo un accollo dei costi. Per questo, sarebbe opportuno stare attenti alle variazioni dei prezzi avvenute tra prima e dopo il lancio di un’offerta legata a un’operazione di credito al consumo, perché sono frequenti i casi di vere fregature, con clienti convinti di acquistare un prestito a costo zero, mentre stanno semplicemente pagando in partenza di più per l’acquisto finanziato.