Sul lavoro qualche passo in avanti
Passiamo alla disoccupazione. Quando Renzi varcò la soglia di Palazzo Chigi, il tasso dei senza lavoro era al 13% e la disoccupazione giovanile (15-24 anni) si attestava al 42,3%. In valore assoluto, erano alla ricerca di un posto di lavoro più di 3,3 milioni di persone, record dall’inizio delle serie storiche dal 1977. Gli occupati erano 22 milioni 216 mila, pari al 55,2% della forza lavoro potenziale. L’ultimo dato disponibile riguarda lo scorso mese di dicembre, quando il tasso di disoccupazione era pari all’11,4% (ai minimi da 3 anni) e tra i giovani al 37,9%.
Conti pubblici non entusiasmanti
Conti pubblici: qui il confronto è meno immediato, perché andrebbe compiuto tra anni e non tra mesi. Il governo Letta entrò in carica nell’aprile del 2013 e svaligiò nel febbraio del 2014. Ebbe solo il tempo di approvare una legge di stabilità, quella dagli effetti ricadenti sul 2014. Tuttavia, riuscì a centrare l’obiettivo di restare sotto il tetto massimo di deficit al 3%, fermandosi al 2,9%. L’obiettivo per l’anno successivo era di scendere ulteriormente, ma il governo Renzi, appena insediatosi, annunciò un rinvio degli obiettivi e un certo uso della flessibilità accordataci da Bruxelles. Il 2014 si chiude così con un disavanzo fiscale del 3%, peggiorato di 1,6 miliardi rispetto all’anno prima, mentre il 2015 si dovrebbe essersi concluso con un deficit al 2,6%, nettamente al di sopra del 2,2% precedentemente concordato.