I rendimenti di tutti i Bund in Germania sono ormai negativi. Questo significa che il governo tedesco può rifinanziare il debito pubblico in scadenza non solo a costo zero, ma addirittura guadagnandoci. Grazie anche alla politica dello “Schwarze Null”, portata avanti sin dal 2014 con successo e che nel 2019 esiterà il sesto anno consecutivo di surplus fiscali, i contribuenti tedeschi risultano sempre meno indebitati e i titoli di stato sempre meno numerosi, tanto da essere diventati una rarità da pagare a caro prezzo.
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Eppure, i tedeschi sono scontenti e lo manifestano da qualche anno a tutti gli appuntamenti elettorali di ogni livello. La coalizione conservatrice della cancelliera Angela Merkel è scesa ai minimi storici per consenso sotto il 30%, sostanzialmente alla pari con i Verdi, esplosi negli ultimi mesi ai danni dei socialdemocratici, che con il 12-13% assegnato loro dai sondaggi si avvierebbero al tramonto, così come i socialisti in Francia e Grecia e, in fondo, a quel che resta della sinistra italiana, malgrado le percentuali dignitose del PD.
I deleteri tassi negativi
Alla fonte di questo malcontento non ci sarebbe solo l’irritazione per la politica migratoria disordinata avviata dalla cancelliera nel 2015 e che vide l’ingresso in pochi mesi in Germania di 800.000 extra-comunitari. A indisporre sarebbero proprio le condizioni dell’economia, che pure si penserebbe sia il punto di forza dei tedeschi, almeno guardando ai dati positivissimi sul fronte dell’occupazione, oltre che della crescita e degli stipendi medi. La verità è che i tedeschi hanno paura del futuro e i tassi negativi la stanno acuendo.
Se l’Italia inventò le banche, la Germania ideò il sistema delle assicurazioni. E, infatti, i tedeschi puntano a proteggersi dalle avversità, dall’incendio di casa al caso di malattia, dall’invalidità alla pensione per la vecchiaia. Ma questi investimenti vengono minacciati in misura crescente proprio dai tassi sottozero. L’accumulo di capitale rende sempre meno, per cui o si risparmia ancora di più o ci si accontenta di quello che un giorno sarà un montante più basso, cioè di prestazioni inferiori. Ciò manda su tutte le furie le famiglie tedesche, che intravedono il rischio di sacrifici poco o affatto remunerati per il futuro.
A questo si aggiunge lo spinoso capitolo casa. I tedeschi non sono abituati a prezzi delle case in forte crescita, anzi per oltre un ventennio dalla caduta del Muro, essi si erano mantenuti mediamente stabili, un fatto più unico che raro tra le grandi economie. La situazione è già parzialmente cambiata, con i valori immobiliari ad essere esplosi di quasi il 65% nell’ultimo decennio, cioè al ritmo del 5% all’anno. Troppo, anche perché gli stipendi non hanno retto il passo, per quanto siano cresciuti. E paradossalmente, anziché rendere le tasche più pesanti, i tassi negativi finirebbero per svuotarle a chi acquista casa, perché costretto a indebitarsi per importi superiori.
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Tra tassi negativi e aumento dei prezzi delle case – non possiamo parlare (ancora) di bolla immobiliare in Germania – il legame c’è: quando i primi attecchiscono sui mercati finanziari, gli investitori si spostano su altri assets, come gli immobili, al fine di mettere maggiormente a frutto i capitali e ripararli dalle perdite.
I tassi negativi dei Bund li pagano gli inquilini in Germania
E le imminenti elezioni regionali in Sassonia e Brandeburgo vedrebbero la vittoria proprio dell’AfD ai danni dei conservatori. Trattasi di due Laender orientali relativamente poveri e dove la solidità dell’economia tedesca si tocca poco con mano. Paradosso vuole, però, che se i Verdi conquistassero presto la cancelleria o entrassero in un futuro governo federale, i prezzi delle case aumenterebbero potenzialmente ancora di più, a causa delle maggiori restrizioni a cui punterebbero per la costruzione di nuovi immobili. E se fino a pochi mesi fa ci si era convinti nell’Eurozona che l’era dei tassi negativi fosse vicina alla conclusione, se non alle spalle, adesso la prospettiva che duri altri anni è divenuta concreta, frustrando le aspettative dei tedeschi, che temono di pagare con una vecchiaia più austera e un mercato immobiliare proibitivo lo sdebitamento pubblico in corso. E a pagare pegno è la cancelliera!