E’ andata peggio delle previsioni per Aston Martin, la casa automobilistica britannica, che venerdì scorso ha concluso un’emissione obbligazionaria da 850 milioni di sterline, quasi 1 miliardo di euro. Il bond è stato denominato sia in dollari che in sterline e ha esitato un rendimento del 10,50%, nettamente superiore alle attese della società, che alla vigilia sperava di indebitarsi intorno o poco più del 9%. Il ricorso al mercato è avvenuto poco prima che morisse un suo testimonial d’eccezione: Sean Connery, leggendario attore che recitò nei panni di James Bond proprio alla guida di una Aston Martin.
L’emissione fa parte di un più ampio pacchetto, che include un aumento di capitale da 125 milioni di sterline e la salita fino al 20% del suo capitale di Mercedez Benz. La casa automobilistica di Sua Maestà aveva grossi problemi finanziari già prima dell’emergenza Covid. La pandemia ha semplicemente acuito le difficoltà, tant’è che le agenzie di rating hanno tagliato i loro giudizi a livelli ancora più “junk”: CCC- per S&P, Caa1 per Moody’s. Il debito di Aston Martin è considerato, quindi, ad altissimo rischio, “spazzatura”. Per un investitore dell’Eurozona, anche il cambio pesa sulle valutazioni, essendo i titoli denominati in dollari e sterline. Il cambio euro-dollaro, in particolare, è destinato ad apprezzarsi nei prossimi anni, infliggendo perdite ai detentori di bond in valuta americana.
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Rendimenti a doppia cifra tra rischi e opportunità
Nei primi 9 mesi del 2020, ha riportato perdite per 259 milioni di sterline, più del doppio dei 111 milioni accusati nello stesso periodo del 2019. Il bond le consentirà di aumentare la liquidità di 500 milioni. Secondo le stesse dichiarazioni della società, al 22 ottobre scorso aveva riaperto l’85% dei suoi rivenditori. Entro il 2023 punta ad incrementare a 10.000 veicoli le vendite annuali, in rialzo dai meno di 6.000 dello scorso anno.
A pesare sulla pessima valutazione degli investitori non c’è stata solo l’emergenza Covid, ma anche il rischio di un mancato accordo commerciale tra Regno Unito e Unione Europea regolare le relazioni dopo la Brexit. La società esibisce un Ebitda negativo, ma allo stesso tempo ha segnalato con i conti del terzo trimestre una robusta ripresa. Il bond si mostra appetibile per gli investitori che osano su un debito ad alto rischio e al contempo potenzialmente molto remunerativo nel caso in cui le condizioni finanziarie dell’emittente migliorassero, unitamente a quelle macro.
Le obbligazioni “junk” si comportano un po’ come le azioni, tendono ad apprezzarsi nelle fasi positive dell’economia, a deprezzarsi anche velocemente in quelle avverse, quando il rischio di default tende ad impennarsi. Non è facile riscontrare rendimenti a doppia cifra, tuttavia, per le emissioni di società iconiche come Aston Martin. Negli ultimi mesi, questo stigma è toccato alle compagnie aeree e alle società crocieristiche, travolte dal Covid.