Carlos Avecedo, ex governatore centrale di El Salvador, ha definito “morte” le trattative tra il paese dell’America Centrale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sull’erogazione di un prestito di almeno 1,3 miliardi di dollari. Un altro economista salvadoregno, Luis Membreno, dà per morta anche l’emissione del bond “vulcano”, la prima obbligazione al mondo legata all’andamento dei Bitcoin. Egli sostiene, infatti, che il paese abbia perso il treno lo scorso anno e che il governo non sia più credibile nel rinviare di trimestre in trimestre la prima emissione.
Il sogno di una Bitcoin City sfuma
Una narrazione che contrasta con quella del ministro delle Finanze, Alejandro Zelaya, secondo cui il bond vulcano avrebbe registrato ordini per 500 milioni di dollari in forma di impegni non vincolanti. La prima emissione dovrebbe raccogliere 1 miliardo di dollari e farebbe parte di un programma decennale di emissione per complessivi 10 miliardi. Le obbligazioni sono emesse per finanziare con metà dei ricavi la costruzione di Bitcoin City, una città che sorgerebbe a ridosso del vulcano Conchagua nel Nord-Est del paese, dove il “mining” avverrebbe sfruttando l’energia geotermica e non si pagherebbero tasse all’infuori dell’IVA sui consumi.
Con l’altra metà del ricavato, il governo acquisterebbe Bitcoin. Dopo un periodo di 5 anni, questi sarebbero rivenduti e le eventuali plusvalenze realizzate girate agli obbligazionisti. Uno schema che non ha mai convinto l’FMI, contrarissimo anche all’imposizione di Bitcoin come valuta legale nel paese a partire dallo scorso mese di settembre. C’è di certo che la criptovaluta ha perso quasi il 40% dall’apice toccato dalle quotazioni nel novembre scorso. Ciò rende il bond vulcano meno appetibile, specie considerando che nel frattempo i bond sovrani ordinari stiano collassando senza sosta.
Bond vulcano sempre meno appetibile
Il bond a 10 anni in dollari con scadenza 10 aprile 2032 e cedola 8,25% (ISIN: XS0146173371) ha perso quasi il 60% nell’ultimo anno, precipitando a una quotazione ieri di appena 46 centesimi.
Non resterebbe che confidare sul boom di Bitcoin, ma con rendimenti sovrani così alti servirebbe un rialzo spettacolare per almeno pareggiare i conti. Altrimenti ci si esporrebbe a un rischio di credito elevatissimo, a fronte di una remunerazione decisamente insufficiente. Tutte le agenzie di rating classificano il debito sovrano di El Salvador come “spazzatura”: B- per S&P, CCC per Fitch e Caa1 per Moody’s.