Oggi il tempo a disposizione per stare a casa ed accudire i figli non è molto (anzi è quasi nullo). I motivi sono tanti. Tra i principali il lavoro. In una famiglia, nella maggior parte dei casi, lavorano entrambi i genitori. Ecco, quindi, che la scelta più equa è quella di iscrivere i bambini all’asilo nido.
Questo però significa affrontare spese e gravare sul bilancio familiare. Bisogna, infatti, pagare la retta relativa alla frequenza dell’asilo stesso. Il legislatore, tuttavia, tende una mano ai genitori, riconoscendo su tale spesa una detrazione IRPEF del 19%.
Il limite massimo di spesa
In beneficio spetta sia se trattasi di asilo nido pubblico che privato, E’, comunque, previsto un limite massimo di spesa su cui applicare lo sgravio fiscale. Attualmente, la soglia è stabilita a 632 euro per ogni figlio. Quindi, detrazione massima per ciascun bambino pari a 120,08 euro (il 19% di 632 euro).
Lo sgravio fiscale è per cassa, indipendentemente dall’anno scolastico cui si riferiscono, Pertanto, se la retta asilo nido anno scolastico 2020 è pagata nel 2021, la detrazione può avvenire nella Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021).
Detrazione spese asilo nido, l’errore da non fare
A partire dall’anno d’imposta 2020, è possibile avere il beneficio fiscale asilo nido solo laddove il pagamento della spesa risulti da pagamento tracciabile (bonifico, assegno, carta di credito, ecc.). La detrazione non può esserci in caso di pagamento in contanti.
Una cosa importante da tenere in considerazione, e che spesso è oggetto di errore da parte dei genitori, è che lo sgravio in commento è alternativo e “non cumulabile” con il c.d. bonus asilo nido erogato dall’INPS.
Per quella stessa spesa, il genitore deve decidere se godere della detrazione fiscale in dichiarazione redditi oppure avere il bonus dall’INPS.