Il bonus facciata esiste ancora: ecco come averlo anche nel 2025

Il Bonus Facciata è stato eliminato nel 2023, ma esistono ancora agevolazioni fiscali per chi ristruttura le facciate esterne
2 ore fa
3 minuti di lettura
Bonus facciate
Foto © Licenza Creative Commons

Il Bonus Facciata, nella sua formulazione originaria, è scomparso dal panorama delle agevolazioni fiscali a partire dal 1° gennaio 2023. Tuttavia, questo incentivo, introdotto inizialmente nel 2020, non risulta completamente eliminato, ma, possiamo dire, ha subito una trasformazione. Infatti,  continua a offrire agevolazioni per chi effettua lavori di ristrutturazione delle facciate esterne, seppur con modalità e percentuali diverse rispetto a quelle del passato.

Fu previsto con l’obiettivo principale di incentivare i lavori di miglioramento estetico degli edifici, puntando a preservare il decoro urbano delle città.

La nascita del bonus facciata

Si trattava di un’agevolazione particolarmente vantaggiosa, con una detrazione fiscale pari al 90% delle spese sostenute per i lavori di rifacimento delle facciate esterne, che poteva includere anche la semplice tinteggiatura.

Questa detrazione era destinata esclusivamente a interventi effettuati su immobili ubicati in specifiche aree comunali, identificate come “zona A” (centri storici) e “zona B” (zone residenziali ad alta densità), o in aree a queste equiparate. Il beneficio è suddiviso, nella dichiarazione redditi, in 10 rate annuali di pari importo e non prevedeva limiti massimi di spesa. Grazie a queste condizioni favorevoli, il Bonus Facciata è stato ampiamente utilizzato da chi desiderava migliorare l’aspetto degli edifici, godendo di un risparmio fiscale significativo.

L’evoluzione nel tempo

Il Bonus Facciata è rimasto attivo per le spese sostenute nel 2020 e nel 2021, sempre con la medesima aliquota di detrazione del 90%. Nel 2022, però, il beneficio ha subito un ridimensionamento, riducendosi al 60% delle spese, pur mantenendo le altre caratteristiche invariate: nessun tetto massimo di spesa e suddivisione della detrazione in 10 rate annuali.

A partire dal 2023, il beneficio risulta definitivamente abrogato nella sua forma originaria, ma chi effettua lavori di ristrutturazione della facciata può comunque accedere a un’altra agevolazione fiscale: il Bonus Ristrutturazione 50%. Un incentivo, già esistente da anni.

La nuova veste del bonus facciata

A differenza del Bonus Facciata, il Bonus Ristrutturazione presenta un’aliquota di detrazione del 50% e un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

Anche in questo caso, l’importo detraibile si riparte, in dichiarazione redditi, in 10 quote annuali di pari importo. Un ulteriore vantaggio di questa agevolazione è che non richiede che l’immobile si trovi in specifiche aree urbane, rendendola accessibile a un numero maggiore di contribuenti.

Per chi intende effettuare interventi di ristrutturazione della facciata a partire dal 2025, le condizioni cambieranno ulteriormente. La detrazione fiscale (bonus ristrutturazione) scenderà al 36% e il limite massimo di spesa detraibile sarà ridotto a 48.000 euro per ogni unità immobiliare. Anche in questo caso, le quote annuali in cui si potrà ripartire il beneficio rimarranno 10. Questi cambiamenti rappresentano un ulteriore passo verso una riduzione degli incentivi fiscali dedicati a questo tipo di interventi.

Requisiti e modalità di pagamento per ottenere la detrazione

Indipendentemente dalla percentuale di detrazione e dal tipo di bonus utilizzato (50% o 36%), per poter usufruire di queste agevolazioni è essenziale rispettare alcune regole nella modalità di pagamento delle spese. I costi sostenuti devono essere saldati tramite bonifico parlante, uno strumento specifico che permette di tracciare le spese e identificare il contribuente che ha diritto alla detrazione. Il bonifico parlante deve riportare le seguenti informazioni:

  • La causale del versamento, che deve indicare chiaramente che si tratta di una spesa per la quale si richiede una detrazione fiscale;
  • I dati fiscali del soggetto che beneficia della detrazione (il proprietario dell’immobile);
  • I dati fiscali del destinatario del pagamento, ossia l’impresa che ha eseguito i lavori.

Questi requisiti servono a garantire che le spese siano sostenute in modo trasparente e tracciabile, facilitando i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e riducendo il rischio di errori o frodi.

Considerazioni finali sul bonus facciata e le alternative disponibili

La scomparsa del Bonus Facciata, nella sua formula originaria, ha sicuramente ridotto l’appeal degli interventi di rifacimento delle facciate, ma le alternative disponibili, come il Bonus Ristrutturazione, permettono comunque di ottenere agevolazioni interessanti, seppur con percentuali inferiori rispetto al passato.

Chi desidera effettuare lavori di miglioramento estetico e strutturale degli edifici deve dunque considerare attentamente le opzioni disponibili e valutare il periodo migliore per eseguire i lavori, in base alle aliquote di detrazione previste nei prossimi anni.

Con l’evoluzione delle normative fiscali, diventa sempre più importante informarsi adeguatamente e, se necessario, rivolgersi a professionisti esperti in materia fiscale e contabile, per individuare le soluzioni più vantaggiose e assicurarsi di rispettare tutte le condizioni richieste per accedere agli incentivi. Anche se il Bonus Facciata, nella sua forma classica, non esiste più, chi intende migliorare l’aspetto e la funzionalità della propria abitazione può ancora beneficiare di sgravi fiscali significativi, sfruttando le agevolazioni attualmente in vigore.

Riassumendo

  • Il Bonus Facciata è stato abolito dal 1° gennaio 2023 nella sua forma originale.
  • Introdotto nel 2020, prevedeva una detrazione del 90% per rifacimento facciate in zone specifiche.
  • Nel 2022, la detrazione è stata ridotta al 60% ma senza limiti massimi di spesa.
  • Dal 2023 al 2024, si può usufruire del Bonus Ristrutturazione 50% con limite di 96.000 euro.
  • Dal 2025, la detrazione scenderà al 36% con tetto massimo di 48.000 euro per immobile.
  • È necessario utilizzare il bonifico parlante per ottenere la detrazione sulle spese sostenute.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

rimborso fiscale testamento
Articolo precedente

Rimborso fiscale eredi: come arriva in caso di testamento

Corea del Nord nei Brics?
Articolo seguente

La Corea del Nord vuole entrare nei Brics, Russia e Cina ponderano benefici e costi su Kim Jong-Un