Continua l’iter verso l’introduzione di un credito d’imposta del 20%, con un tetto massimo di 10mila euro, per imprese che si prodigheranno nell’adottare pratiche più sostenibili attraverso l’acquisto di prodotti alternativi alla plastica monouso. Si tratta de. C.d. bonus green. Un beneficio rivolto principalmente, dunque, a quelle attività che oggi fanno maggiormente uso di tali prodotti (ristoranti, bar, rosticcerie, ecc.).
L’iniziativa si colloca all’interno di un quadro legislativo volto a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti in plastica, offrendo un incentivo economico tangibile per le aziende che scelgono di investire in soluzioni più ecologiche. La misura, che fa parte di un pacchetto finanziario complessivo di 9 milioni di euro ripartiti per gli anni 2022, 2023 e 2024, mira a facilitare la transizione verso un’economia più circolare e sostenibile.
A prevedere il bonus è il D. Lgs. n. 196/2021 e le modalità attuative sono contenute, invece, nel decreto interministeriale del 4 marzo 2024.
Per quali prodotti
L’adozione di prodotti alternativi non è solo una scelta etica ma diventa un’opportunità economica grazie al bonus green in esame. Tali prodotti, elencati nelle parti A e B dell’allegato al menzionato Decreto Legislativo sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, includono articoli destinati a entrare a contatto con gli alimenti e bevande, quali:
- tazze
- bicchieri
- contenitori per alimenti
- piatti
posate - cannucce
- bastoncini monouso.
Deve trattarsi di prodotti realizzati con materiali riutilizzabili, biodegradabili o compostabili.
L’elenco specifico dei beni ammessi al beneficio fiscale ha l’obiettivo di guidare le imprese verso scelte più consapevoli e responsabili, promuovendo l’utilizzo di materiali che riducano l’inquinamento e l’accumulo di rifiuti nell’ambiente.
Bonus green ristorazione (e non solo): come averlo
Il bonus green per le imprese in esame è limitato alle spese sostenute dal 14 gennaio 2022 al 31 dicembre 2024. Sono escluse le spese per acquisto di prodotti destinati alla rivendita. Quindi, saranno ammesse solo quelle finalizzate all’acquisto dei citati beni se destinati internamente all’impresa.
Il riconoscimento non sarà automatico. Le imprese interessate dovranno seguire una procedura specifica, iniziando con l’invio di una domanda attraverso una piattaforma informatica fornita dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) sul suo sito istituzionale.