Il boom in borsa di GameStop segna la rivincita dei piccoli trader contro gli ‘squali’ della finanza

Le azioni sono letteralmente esplose in poche sedute senza alcuna spiegazione logica. Il trading è ormai diventato rischiosissimo per la finanza tradizionale.
4 anni fa
3 minuti di lettura
Il boom in borsa di GameStop è un duro monito per Wall Street

C’è un titolo sotto le lenti di analisti e investitori in questi giorni, perché il suo comportamento in borsa appare del tutto anomalo e inspiegabile. Le azioni GameStop a Wall Street sono salite a tripla cifra in poche sedute. Da inizio anno, guadagnano il 345% e negli ultimi sei mesi hanno messo a segno un rialzo spettacolare del 1.800%, passando dai circa 4 dollari di luglio ai quasi 77 attuali. In genere, una simile performance è legata a una qualche notizia o aspettativa del mercato.

Ma di questa società sappiamo che vende videogiochi e accessori per videogiochi vecchia maniera, ossia presso negozi fisici e non collegati ad internet. E nei primi mesi del 2020, di negozi ne aveva chiusi ben 400. Sempre nei primi tre trimestri dello scorso anno, cioè al 31 ottobre scorso secondo il suo esercizio fiscale, aveva riportato perdite cumulate per 234 milioni.

Tutto si direbbe, tranne che il titolo abbia fatto qualcosa per attirare investimenti. Invece, come dicevamo, nelle ultime sedute è stato il boom. I prezzi sono esplosi dai neppure 20 dollari del 12 gennaio scorso, cioè in appena un paio di settimane. Cos’è successo di preciso? Si crede che il fenomeno abbia a che fare con Reddit, un forum online di intrattenimento, dove gli utenti registrati possono interagire e postare contenuti. I circa due milioni di iscritti tendono a concentrarsi su uno specifico argomento e pare che abbiano concordato l’acquisto in massa del titolo GameStop, determinandone l’esplosione dei prezzi.

Su quali basi sarebbe arrivato questo “ordine”? Secondo i documenti della SEC, la Consob americana, GameStop risultava la società quotata più “shortata” a Wall Street. In estrema sintesi, lo “short selling” o “vendite allo scoperto” è una tecnica per la quale si scommette sul ribasso delle quotazioni di un titolo. Lo si vende senza possederlo o facendoselo prestare da un broker e ci si vincola con l’acquirente o il broker a consegnarlo entro una certa data.

Se la scommessa viene vinta, il prezzo scende e l’investitore lo potrà acquistare a meno di quanto lo abbia venduto in precedenza, realizzando una plusvalenza. Tuttavia, si tratta di una scommessa molto rischiosa, perché se il titolo sale, la perdita può essere illimitata, dato che il prezzo può impennarsi infinitamente, a differenza della discesa che si arresta con il raggiungimento dello zero.

Short selling, cos’è e rischi e opportunità di una strategia ribassista

La rivincita dei piccoli trader contro gli “squali” della finanza è rischiosissima

Gli acquisti massicci degli utenti di Reddit, sempre che siano stati essi a fomentarli, hanno provocato ingenti perdite a carico degli “short sellers”. Man mano che il titolo ha iniziato a salire troppo, al fine di limitare i danni, questi hanno iniziato ad acquistare, accentuando in guadagni come in un circolo vizioso o virtuoso, a seconda dalla parte della bolla finanziaria in cui si è. Resta da capire se questi movimenti siano stati spontanei o “orchestrati” da qualcuno. In questo secondo caso, si aprirebbe un bel dilemma sulla legalità di certe operazioni, le quali stanno finendo per spaventare persino gli “squali” di Wall Street, la finanza tutta d’un pezzo, che fino a qualche tempo fa semmai era abituata a dirigere i flussi dei capitali e a speculare ai danni dei piccoli trader.

Da qualche tempo, sta accadendo sempre più il contrario. Lo si è visto dall’inizio della pandemia con Robinhood, piattaforma di trading molto diffusa tra i giovanissimi e che ha dimostrato di essere in grado di muovere ingenti capitali su un titolo da un momento all’altro, eventualmente mettendo KO chi vi aveva scommesso contro. Il trading online si sta democratizzando sempre più e ciò presenta indubbi vantaggi per lo stesso mercato, ma quando si verificano episodi del genere, non si possono chiudere gli occhi dinnanzi ai danni che una certa improvvisazione può provocare a chi gestisce il denaro secondo criteri professionali, affidandosi ai report e alle analisi tecniche e/o fondamentali.

Poiché non è la prima volta che un titolo esplode in brevissimo tempo senza alcuna ragione apparente, i ribassisti iniziano a temere per le loro sorti. Basterà il tam tam su un forum o una piattaforma di trading per far convogliare numerosi acquisti su un titolo molto “shortato” e scatenare gli acquisti degli stessi ribassisti, che per non finire sul lastrico saranno costretti a limitare le perdite acquistando e amplificando così l’effetto desiderato dai piccoli trader. Si pensi a Signal Advance, confuso con un altro titolo consigliato da Elon Musk su Twitter ed esploso in tre sedute da 60 centesimi a 38,70 dollari (+6.350%). Accortisi dell’errore, i trader hanno rivenduto il titolo, ma ad oggi la quotazione resta nei pressi dei 5 dollari, cioè di 9 volte più alta rispetto all’ultima seduta pre-tweet. Insomma, i piccoli hanno alzato la testa e cercano la rivincita contro la grande finanza. Ma i rischi di questa sfida sono elevatissimi per il mercato. Si rischiano valutazioni irrazionali e creazioni di bolle estemporanee e incontrollabili su titoli presi di mira a casaccio. E la fiducia dell’uomo della strada verso i mercati finanziari pian piano verrebbe del tutto meno.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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