Il Tesoro di Brasilia ha emesso ieri per la prima volta dal novembre scorso obbligazioni in dollari USA per 3,50 miliardi, suddivisi in due tranche a 5 e 10 anni. Nel dettaglio, il bond da 1,25 miliardi e con scadenza 6 giugno 2025 offre cedola 2,875% ed è stato prezzato a 99,425 centesimi, esitando un rendimento del 3%. Il bond da 2,25 miliardi e con scadenza 12 giugno 2030 offre cedola 3,875% e ha esitato un prezzo di 98,977 centesimi, pari a un rendimento annuo lordo del 4%. Considerando che i rendimenti dei titoli in valuta locale si attestino alle rispettive scadenze al 5,40% e al 6,65%, con questa capatina sui mercati internazionali il Brasile potrebbe avere spuntato risparmi consistenti, sebbene molto dipenda dall’andamento dei tassi di cambio.
Investire in Brasile o Turchia?
Il real ha perso quest’anno contro il dollaro più del 20%, ma ha recuperato circa il 14% nelle ultime tre settimane. Sembra, quindi, che il “floor” sia stato toccato e, complice il miglioramento sanitario internazionale, il peggio sarebbe alle spalle, per quanto l’economia brasiliana dovrebbe contrarsi quest’anno del 4%. Il paese sudamericano registra oltre 30.000 morti e politicamente è dilaniato tra la linea del presidente Jair Bolsonaro del tutto contraria ai “lockdown” e quella di giudici e governatori favorevoli al blocco delle attività.
I rendimenti a 10 anni sono scesi ai minimi da tre mesi, quelli a 2 anni ai minimi di sempre. Ricordiamo che il debito sovrano brasiliano non gode di giudizi esaltanti. Tutt’altro. Per S&P e Fitch vale “BB-“, per Moody’s “Ba2”, cioè i titoli di stato vengono classificati “speculativi”. Per il debito in valuta straniera, tuttavia, non sussisterebbero grossi rischi. Per quanto in calo, le riserve valutarie della banca centrale a fine aprile di attestavano a 339,3 miliardi di dollari, ma lascia ben sperare il miglioramento della bilancia dei pagamenti, in attivo a marzo e aprile dopo tre anni, un dato che si somma al saldo commerciale tendenzialmente positivo, sostenuto anche dall’indebolimento del cambio.
Bond in dollari, forti recuperi
Sono tre i bond in dollari che abbiamo preso in considerazione, caratterizzati dalle lunghe scadenze. Il titolo che matura in data 27 gennaio 2045 e con cedola 5% (ISIN: US105756BW95) ha registrato un forte rimbalzo dai minimi toccati a marzo, segnando un roboante +27,5% e offrendo oggi un rendimento di poco superiore al 5%. Quello con scadenza 21 febbraio 2047 e cedola 5,625% (ISIN: US105756BY51) è rimbalzato altrettanto e anch’esso rende di poco sopra il 5%. Infine, il bond con scadenza 14 gennaio 2050 e cedola 4,75% (ISIN: US105756CB40) si è apprezzato nello stesso periodo del 19% e oggi rende il 5,20%.
Come potete verificare, la curva brasiliana in dollari sul tratto lungo è piatta e offre un rendimento del 5%, che corrisponde a un premio di quasi 350 punti base rispetto al trentennale americano. Siamo intorno alla media dei mercati emergenti ed evidentemente gli investitori non fiutano rischi specifici sul debito, né sull’adeguatezza delle riserve, anche perché il cambio flessibile consente all’economia di tendere all’equilibrio con l’estero e l’agenda di Bolsonaro sull’economia è d’impronta liberale, dopo anni di politiche ostili alle riforme. Si pensi all’approvazione della storica riforma delle pensioni, con risparmi per lo stato attesi per 800 miliardi di real in 10 anni, qualcosa come circa 160 miliardi di dollari.