I rendimenti dei titoli di stato italiani stanno risalendo nelle ultime sedute, allontanandosi ulteriormente dai minimi toccati nei giorni di Natale. In controtendenza lo spread, che scende sotto i 160 punti base e resta proprio nei dintorni dei minimi di dicembre. Ciò dipende dal fatto che i rendimenti tedeschi con cui avviene il confronto siano saliti ancora più velocemente. Il Bund a 10 anni si è portato sopra il 2,20%. Per gli obbligazionisti è questo il momento di ri-entrare sul mercato per acquistare bond a prezzi più convenienti.
Cedola alta e rendimento reale atteso positivo
Questo bond debuttò come trentennale, anche se oggi ha una durata residua di circa 15 anni e mezzo. Per il mercato non è né carne e né pesce sul piano della scadenza, compresa tra il decennale e il ventennale. Abbiamo deciso di parlarne, perché presenta alcuni aspetti interessanti. Anzitutto, la cedola. Il 5% è una percentuale alta anche in una fase come questa. Ma per avere un’idea precisa del rendimento, dobbiamo considerare il prezzo di acquisto. Era di 108,60 nella seduta di ieri.
A questa quotazione, la cedola netta effettiva si attestava al 4%. Il rendimento netto alla scadenza, invece, scende al 3,70%. Ciò dipende dalla minusvalenza accusata alla data di rimborso, quando lo stato ci restituirà un capitale pari a 100, cioè inferiore al suo attuale valore di mercato o acquisto. A meno che l’inflazione italiana non ci faccia un brutto scherzo, il rendimento netto reale sembra destinato a rimanere decisamente positivo. Il potere di acquisto del capitale investito sarebbe preservato e, anzi, questi ci frutterebbe molto più dell’inflazione.
Prospettive di prezzo per BTp 2039
Potremmo anche decidere di inserire il BTp 2039 in portafoglio per rivenderlo a prezzi più alti. A tale proposito, c’è da dire che nei due mesi che vanno dalla terza settimana di ottobre alla terza di dicembre, la quotazione era salita del 15,6% sopra 113.
Oggi come oggi, infatti, questo prezzo corrisponderebbe ad un rendimento lordo alla scadenza dello 0,80%. Presupporrebbe una Banca Centrale Europea intenta ad azzerare nuovamente i tassi di interesse dopo averli portati al 4,50% in poco più di un anno. Il BTp a 15 anni rese così poco proprio tra la fine del 2020 e gli inizi del 2021, a tassi azzerati e rendimenti in picchiata per via dei maxi-stimoli monetari varati contro la pandemia. Ed è impensabile che Francoforte torni a quel punto. Non è uno scenario contemplato da alcun analista e investitore.