Investire in bond o obbligazioni? Dopo i crolli di questi mesi, entrambe le categorie di asset sono diventate più a buon mercato. I prezzi si sono “sgonfiati”, basti guardare all’indice informale dei FAANG, le azioni dei principali colossi della Silicon Valley. E se vi dicessimo che dalla fine del 2012 ad oggi il BTp a 10 anni si è rivelato un investimento più fruttuoso? Un decennio fa, il titolo si acquistava a un rendimento lordo del 4,50%, di poco superiore a quello vigente oggi.
Nel frattempo, il capitale investito nel BTp a 10 anni ha perso il 18% di potere di acquisto a causa dell’inflazione. E pensate che fino a un anno fa, la perdita si aggirava a meno del 6%. Nell’ultimo anno, come sappiamo, i prezzi al consumo sono esplosi e ciò ha depresso il rendimento reale offerto dai bond. In ogni caso, il rendimento netto reale del decennale italiano sarebbe stato su base annua positivo per il 2%.
BTp a 10 anni versus FTSE MIB
Se avessimo investito una somma di denaro a Piazza Affari, invece, nel corso dell’ultimo decennio avremmo realizzato un guadagno lordo del 41,50%. Al netto dell’imposta del 26%, il nostro margine sarebbe stato di circa il 31%. Scomputando anche in questo caso l’inflazione, avremmo riportato un guadagno netto reale dell’1,20%.
Il confronto ci porta ad affermare che il BTp a 10 anni ha battuto Piazza Affari nell’ultimo decennio. Chiaramente, il discorso sarebbe cambiato di molto uscendo dai confini nazionali. Ad esempio, una stessa somma investita sull’indice S&P 500 a Wall Street ci avrebbe offerto un rendimento lordo del 265%, tenuto anche conto del fattore cambio. In un certo senso, possiamo affermare che il rischio sovrano sia stato prezzato al punto da avere offerto agli obbligazionisti un premio evidente rispetto agli azionisti nel Bel Paese.
Non è detto che accadrà lo stesso per i prossimi anni. Anzi, ci auguriamo proprio che la borsa italiana si mostri più vivace del BTp a 10 anni, segno che la capacità delle aziende quotate di generare profitti sia migliorata, trascinando con sé le prospettive di crescita dell’economia domestica. E se ciò accadesse, i rendimenti sovrani si abbasserebbero per il minore rischio sovrano percepito. Sostanzialmente il contrario di quanto avvenuto nel decennio passato.