Seduta particolarmente positiva per i titoli di stato dell’Eurozona nel giorno della Banca Centrale Europea (BCE), che riunisce il board per l’ultima volta quest’anno. L’aria di taglio dei tassi di interesse entro pochi mesi galvanizza il mercato obbligazionario, che registra in queste ore apprezzamenti significativi e di certo inusuali. E ciò vale particolarmente per le lunghe scadenze. Il BTp a 50 anni, ad esempio, vede salire la sua quotazione del 2,60% a 61,20 centesimi. Viceversa, il rendimento lordo scende sotto la soglia del 4% per la prima volta da fine gennaio scorso.
Boom dai minimi di ottobre e rendimento giù
Ai minimi del 3 ottobre, quando la quotazione era crollata ad appena 49,10 centesimi, il balzo è stato prossimo al 25%. Nel frattempo il rendimento è sceso esattamente dell’1%. Sfiorava il 5% allora. Dunque, il BTp a 50 anni è risalito di un quarto del suo valore con un calo dell’1% del rendimento. Merito dell’elevata “duration”, che capta la sensibilità dei prezzi alle variazioni dei sottostanti tassi di mercato.
La cedola del 2,15% appare bassa in questa fase. Tuttavia, se rapportata alla quotazione, diventa appetibile. Al netto dell’imposizione fiscale, infatti, sale sopra il 3%. Questo significa che se acquistiamo un lotto minimo di 1.000 euro del BTp a 50 anni, spenderemo oggi 612 euro e percepiremmo da qui alla scadenza 21,50 euro lordi all’anno, ovvero 18,81 euro netti. Questo guadagno equivale per l’appunto a più del 3% della somma effettivamente spesa per effettuare l’investimento.
BTp 50 anni: salita prezzi, ma occhio a inclinazione curva
Già questo dato ci consentirebbe di entrare sul mercato senza grosse remore. Per i prossimi anni l’inflazione italiana è attesa bassa, persino mediamente sotto l’1% entro fine 2028. Anche in assenza di un miglioramento ulteriore dei prezzi, quindi, otterremmo una cedola netta effettiva positiva in termini reali.
Allo stato attuale, il BTp a 50 anni rende lo 0,25% in più del BTp a 10 anni. Considerate che agli inizi del 2022, quando non c’era ancora sentore di aumento dei tassi di interesse e le condizioni monetarie erano fortemente espansive, il premio era intorno all’1,20%. Ai prezzi minimi di ottobre, invece, risultava quasi azzerato. Cosa vogliamo dire con ciò? Man mano che i rendimenti si abbassano, la discesa tende ad essere più lenta per le scadenze lunghe. In buona sostanza, la curva dei bond si sta inclinando positivamente. Ciò porrebbe un freno agli ulteriori guadagni futuri, anche nel caso in cui i rendimenti decennali continuassero a scendere nei prossimi mesi.