Alla fine di giugno di quest’anno, il Tesoro emise il nuovo BTp a 5 anni, scadenza 1 dicembre 2027 e cedola 2,65% (ISIN: IT0005500068). La durata del bond è perfetta per una famiglia che volesse mettere a frutto la liquidità per un periodo né troppo breve, né troppo lungo. Di fatti, questo è il segmento della curva in cui si concentrano i maggiori investimenti del canale retail. Lo conferma anche la tendenziale bassa risposta dei risparmiatori al lancio di questi anni di titoli di stato loro dedicati, quando prevedono una durata iniziale prossima o superiore al decennio.
Valutare aspettative d’inflazione
Venerdì scorso, la quotazione del BTp 2027 si attestava decisamente sopra la pari. A circa 101,50, offriva un rendimento lordo del 2,33%. Al netto dell’imposta del 12,50%, scendeva intorno al 2%. Tanto, poco? Se ragionassimo in termini reali, diremmo che non ci siamo. L’inflazione a luglio in Italia è scesa al 7,9% dall’8% di giugno, ma restando praticamente quattro volte più alta del rendimento netto del quinquennale. Dunque, bond bocciato?
La risposta non è così scontata. Per capire se un investimento sia buono sotto il profilo del rendimento, dovremmo conoscere le aspettative d’inflazione per il periodo considerato. Non sono il vangelo, ma certo aiutano a capire cosa potrebbe accadere nel corso dell’investimento. Un modo per misurarle è di raffrontare il rendimento offerto da un bond indicizzato all’inflazione e quello di un bond con cedola fissa. Chiaramente, entrambi dovranno avere scadenze simili.
BTp 2027 e rendimento reale netto
Il BTp Italia si presta perfettamente per questa operazione, essendo un titolo indicizzato proprio all’inflazione italiana. La scadenza ottobre 2027 si acquistava sopra 101,60 al termine della settimana scorsa. Il rendimento reale così offerto era dello 0,34%. Facendo la differenza tra rendimento del BTp 2027 e del BTp Italia 2027, otteniamo il 2%. Questo sarebbe il tasso d’inflazione annuo nel prossimo quinquennio. Almeno, stando alle aspettative del mercato.
Poiché abbiamo trovato che il rendimento netto del BTp 2027 sia di circa il 2%, significa che il bond a stento riuscirebbe a garantire il potere di acquisto del capitale investito. A dirla tutta, con l’imposta di bollo dello 0,20% che dovremmo pagare sul conto titoli, la cui accensione in banca risulta necessaria per gli investimenti finanziari, ci andremmo persino un po’ sotto. Questo significa che sarebbe opportuno che il rendimento crescesse un po’, cioè che il prezzo scendesse. Del resto, a luglio aveva toccato un minimo di 98,62 centesimi. Insomma, tenersi eventualmente alla larga dal bond nel caso di un suo ulteriore rincaro.