I prossimi saranno giorni di caldo intenso. Molte città nel Centro-Nord supereranno i record segnati nel 2003. Al Centro-Sud diverse località toccheranno i 40 gradi. L’ondata di caldo infernale dovrebbe lasciare lo Stivale dal 27 giugno, ma sarà solo una tregua. I meteorologici paventano una “estate caldissima”, aggravata dalla siccità. L’allarme è già scattato nel Nord, dove il Po è a secco. Lo stesso livello del Tevere si è abbassato ai livelli di guardia. Le regioni iniziano ad allestire piani di razionamento idrico. Un incubo per le famiglie italiane, che si ritroverebbero a dovere consumare meno acqua, limitandola alle necessità primarie.
Da quando è iniziata la guerra, gli occhi dell’Europa sono sulle condizioni meteo. La Russia ha vinto le guerre contro Napoleone Bonaparte prima e Adolf Hitler dopo grazie ai generali febbraio e marzo. Il proverbiale freddo russo ha battuto storicamente le truppe nemiche. Stavolta, potrebbero essere i generali luglio e agosto ad aiutare il Cremlino. Un’estate particolarmente calda in Europa terrebbe molto elevati i consumi energetici. Ricordate la conferenza stampa di Mario Draghi di questa primavera: “volete la pace o il condizionatore acceso?“. Sarebbe il caso che la domanda fosse riproposta con l’Italia sotto la canicola.
Putin tifa per estate torrida
Più energia consumiamo e più la dipendenza dalla Russia nel breve resterebbe forte. E, soprattutto, maggiore il salasso per le famiglie, gravate da un caro bollette da record. E’ questo il piano sul quale Putin intenderebbe piegare l’Occidente. L’esplosione dei prezzi di luce e gas tiene altissima la pressione sui governi europei, privi di materie prime in patria. Più dura la guerra e maggiori le sofferenze provocate alle economie del continente. Queste rischiano di sfociare in tensioni sociali a causa dell’inflazione sempre più alta. Tutto rincara e il potere d’acquisto collassa.
Un’estate torrida sarebbe l’ultima cosa che servirebbe a noi europei nel mezzo di una crisi energetica. Condizionatori accesi a lungo nelle case e negli uffici finirebbero per fare salire alle stelle le bollette della luce. Tutto questo mentre la Russia ci taglia le forniture di gas e prepara così un inverno da incubo per mezzo miliardo di europei. Il razionamento dell’acqua e della luce pubblica sta diventando uno scenario del tutto probabile. E quando i beni primari scarseggiano, la rabbia dei cittadini monta.