La fase positiva per i titoli di stato italiani non si è conclusa. Il calo dei rendimenti sul mercato prosegue e, in assenza di nuove emissioni del Tesoro per le prossime settimane, rimarrà per il periodo festivo l’unico segnale circa l’effettivo andamento per il costo del debito pubblico. Ieri, nel corso della seduta il BTp a 10 anni è sceso fin sotto il 3,60% di rendimento dal 5% a cui era arrivato in ottobre. In appena due mesi di tempo, il rally non solo ha cancellato le perdite dell’obbligazionario, ma altresì portato indietro i rendimenti sovrani ai livelli più bassi dall’estate dello scorso anno.
Risparmi dal calo dei rendimenti
Il punto più basso era stato toccato ad ottobre di quest’anno, quando il Rendistato della Banca d’Italia segnalava un rendimento medio ponderato per i bond governativi del 4,444%. Considerato che lo stock dei titoli del debito pubblico risultava pari a 2.393 miliardi di euro alla fine di novembre, a quei livelli avremmo pagato a regime oltre 106 miliardi di spesa per interessi all’anno. Una voce del bilancio destinata a salire con le emissioni nette attese intorno ai 100 miliardi nel 2024.
Il Rendistato di dicembre lo avremo disponibile solo agli inizi di gennaio, ma sin d’ora possiamo iniziare a calcolarlo. Sempre ieri, il BTp a 7 anni offriva il 3,25%. Questa scadenza è importante per capire l’evoluzione del calo dei rendimenti sovrani. Infatti, la durata media del nostro debito si aggira proprio attorno ai sette anni. Stando così le cose, la spesa per interessi calcolata sullo stock suddetto scenderebbe a regime a 78 miliardi all’anno. Si tratterebbe di un calo di 28 miliardi in appena due mesi. Quando diciamo “a regime”, intendiamo che questi tendenzialmente sarebbero i risparmi attesi da qui a quando l’intero stock del debito sarà rinnovato. E per quanto accennato, ciò avverrà in media entro i prossimi sette anni.
Spesa per interessi a 90 miliardi nel 2024
Per il 2024 il governo Meloni ha indicato la spesa per interessi al 4,2%, pari a un tasso implicito (rapporto tra interessi e debito) del 3,1%. In valore assoluto, appena meno di 90 miliardi. Va da sé che il calo dei rendimenti di queste settimane potrà determinare un abbassamento di questa voce di spesa. E ogni miliardo risparmiato finirebbe per ridurre il disavanzo fiscale, atteso che il governo non lo usi per altre finalità. Il rendimento medio all’emissione nei primi undici mesi dell’anno è stato del 3,77%. Poiché l’anno prossimo sono attese emissioni lorde per 480 miliardi, ai tassi attuali il risparmio si attesterebbe intorno a mezzo punto percentuale, pari a quasi 2,5 miliardi.