Con l’inizio del nuovo anno non troveremo più il carrello tricolore nei supermercati. L’iniziativa è stata valida per il trimestre ottobre-dicembre dell’anno appena trascorso e non è stata più rinnovata tra le parti. Essa ha riguardato migliaia di attività commerciali aderenti e la stessa industria, su sollecitazione del governo. Su migliaia di prodotti a scelta da parte di ciascun rivenditore i prezzi sono stati tenuti invariati e su molti di essi ci sono stati sconti. Si è trattato di prodotti di largo consumo, al fine di fermare la corsa dell’inflazione.
Carrello tricolore, addio. Trappole comuni contro l’inflazione
Ora che il carrello tricolore non c’è più, possiamo fare qualcosa in autonomia come semplici consumatori per difenderci dall’inflazione? La buona notizia è che di modi per evitare di spendere di più ne esistono. Per conoscerli, sarebbe opportuno sapere che esiste una vera e propria materia di studio per chi esercita attività commerciali e che prende il nome di “shelf marketing“, letteralmente “marketing dello scaffale”. Di cosa si tratta? Di svariati modi per indurre i clienti a spendere di più, cioè perlopiù a comprare prodotti più costosi o che persino non aveva preventivato di mettere nel carrello.
Vi abbiamo selezionato cinque comportamenti che potreste mettere in atto per non cadere nelle “trappole” tese ai vostri danni dai supermercati, pur legittimamente.
Posizionamento prodotti negli scaffali
Prima trappola: il posizionamento dei prodotti sugli scaffali. Le marche più costose sono disposte sempre ad “altezza vista”. Per comodità e pigrizia, il consumatore è portato a metterle nel carrello più facilmente. Invece, le marche meno costose si collocano in punti scomodi, ad esempio costringendovi a inginocchiarvi per sceglierle.
Seconda trappola: i prodotti più venduti sono disposti a metà corsia. Motivo? Prima di arrivarci il consumatore è costretto a passare davanti agli altri prodotti meno venduti e magari gli verrà voglia di metterne qualcuno nel carrello anche se non aveva previsto di comprarlo. Dunque, evitate di soffermarvi a ogni passo e magari andate dritti nel bel mezzo della corsia per reperire ciò che probabilmente più vi serve.
Tentazione alle casse
Terza trappola: attenzione alle casse! Siete in fila per pagare, smanettate con cellulare per ammazzare il tempo e, però, a fianco a voi trovate tutta una serie di prodotti di pochi euro e sfiziosi. Chewing-gum, caramelle, cioccolatini, tutte confezioni colorate a cui sembra difficile resistere. Se poi siete in compagnia di un bambino, diventa quasi impossibile non metterne qualcuno nel carrello. Del resto, costano poco. Infatti, i prodotti di pochi euro e che in rari casi il consumatore preventiva di acquistare sono posizionati in prossimità delle casse proprio per indurre agli acquisti “compulsivi”. Compri spesso le caramelle perché le vedi e non perché le volevi comprare per davvero.
Acqua in fondo
Quarta trappola: se dovete comprare l’acqua, recatevi subito in fondo al supermercato, altrimenti girerete a vuoto a lungo prima di trovare le confezioni che desiderate. Sapete perché? Queste confezioni occupano molto spazio nel carrello e se i supermercati le disponessero all’ingresso, il consumatore avrebbe la sensazione di averlo già riempito e acquisterebbero pochi altri prodotti.
Tappatevi le orecchie
Quinta trappola: la musica! Voi penserete che le playlist siano casuali. Nulla di più ingenuo. I supermercati usano brani rilassanti quando c’è poca confusione. Così facendo, creano le condizioni emotive per trattenere i clienti più a lungo possibile tra gli scaffali. E più tempo passa, più prodotti compreranno. Nelle ore di punta, però, la necessità per i supermercati è quella di far entrare il maggior numero di clienti, ossia che i clienti già dentro non perdano troppo tempo per fare acquisti. Ed ecco che i brani trasmessi diventano più energici e anche il volume viene solitamente un po’ alzato. Questo induce il consumatore ad affrettarsi e lasciare così spazio ai nuovi che vogliono entrare.