Il coprifuoco è illegale, pronti i ricorsi ai tribunali

I cittadini chiedono di eliminare il coprifuoco, misura valida solo in tempo di guerra. Il divieto di uscire di casa dalle ore 22 viola le libertà costituzionali.
4 anni fa
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Il coprifuoco dalle ore 22 alle ore 5, introdotto dal governo Conte nel novembre 2020 è illegale. Anche in tempo di pandemia. Cozza contro i principi costituzionali sulla libera circolazione delle persone.

In Olanda, il Tribunale dell’Aja ha accolto un ricorso presentato da alcune associazioni, anche se per il momento la misura resta ancora attiva. In Francia pende ricorso al tribunale di Parigi per misura analoga e presto una decisione verrà presa.

Coprifuoco illegale

E in Italia? Da noi sono stati presentati di recente alcuni ricorsi in vari tribunali d’Italia e al momento ancora non c’è una sentenza.

Tuttavia le contestazioni della popolazione si stanno facendo sempre più pressanti per abolire il divieto di spostarsi fuori di casa dopo le ore 22.

Lega e FdI chiedono l’immediato ripristino della normalità sulla circolazione delle persone, anche se il governo Draghi frena. Del resto la misura restrittiva non ha alcun senso se si pensa che le attività commerciali, soprattutto bar e ristoranti, sono chiuse.

Il coprifuoco, inoltre, è attuato solo in tempi di guerra per proteggere la popolazione dai bombardamenti aerei. Qui, invece, si sta costringendo la gente a restare chiusa in casa come se il virus covid circolasse solo dalle 22 alle 5 del mattino. Il che è semplicemente folle.

In realtà con la scusa del virus si applica il coprifuoco come strumento coercitivo e di controllo della popolazione. Fra tutti i provvedimenti adottati dal governo, quello del coprifuoco, dice Giorgia Meloni di FdI, è il più assurdo

Ed è proprio la mancanza di senso logico a rendere il coprifuoco insopportabile ai cittadini. Soprattutto adesso che si va incontro all’estate con la voglia di uscire e respirare aria fresca la sera.

Le sanzioni

La violazione del coprifuoco prevede, secondo le regole del DPCM del 8 marzo 2020, l’applicazione di sanzioni che vanno da 400 a 1.000 euro. Fatti salvi validi motivi di necessità che giustificano lo spostamento che deve sempre essere riscontrabile mediante autocertificazione.

A oggi sono migliaia le sanzioni elevate dalle forze dell’ordine per violazione delle regole sul coprifuoco, ma la tendenza a non pagare è in rapida crescita. E così stanno calando anche gli accertamenti da parte di chi è deputato a sanzionare.

Le sanzioni amministrative emesse per violazione delle disposizioni sul coprifuoco sono infatti annullabili. Salvo che l’infrazione costituisca diverso reato o regolamento e quindi punibile dalla legge. O meglio, sono le autocertificazioni rilasciate per giustificare gli spostamenti durante il coprifuoco che non hanno alcun valore.

Ne deriva che, anche dichiarando il falso, l’autocertificazione non ha alcun valore. A stabilirlo è una sentenza del giudice del Tribunale di Reggio Emilia a cui si sono uniformati altri tribunali italiani. Esso ha sentenziato che le dichiarazioni richieste e rilasciate sulla scorta dei DPCM non sono perseguibili penalmente.

Pertanto le sanzioni emesse dalle forze dell’ordine a seguito di false autocertificazioni per giustificare gli spostamenti durante il coprifuoco sono annullabili. In altre parole, “il fatto non costituisce reato”. In particolare – spiega il giudice – un decreto del governo non può imporre l’obbligo di permanenza domiciliare neanche in presenza di emergenza sanitaria. Quindi le autocertificazioni sono inutili.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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