Che il settore turistico sia uno dei più colpiti dalla pandemia del coronovirus non è più una novità. Ora che il rallentamento sembra realtà e che si inizia a prospettare l’avvio della fase 2, viene a chiedersi che ne sarà del turismo italiano e in genere di un settore che nel nostro paese rappresentava il 12% del Pil e un giro d’affari di 146 miliardi.
Perdite per 90 milioni di presenze
Sembra ormai chiaro che la ripresa non sarà a breve termine. Qualcuno prospetta il periodo estivo come momento in cui si potrebbe riniziare a spostarsi ma, molto probabilmente, solo in luoghi vicini.
Solo a maggio le perdite saranno di 90 milioni di presenze di turisti e a rischio ci sono 500 mila stagionali. Vittorio Messina, Presidente nazionale di Assoturismo ha dichiarato che: “Si fermano gli alberghi, i B&B, i villaggi turistici e i camping; gli stabilimenti balneari valutano di rinunciare ai preparativi d’inizio stagione. Svaniscono i ricavi anche per i servizi del settore, dalle agenzie di viaggi alle guide, dagli Ncc ai bus turistici. Per non parlare della crisi dei pubblici esercizi e dei ristoranti, solo parzialmente alleviata dalla vendita a domicilio, che il più delle volte vuol dire passare per le piattaforme delle grandi multinazionali e subire una ulteriore riduzione dei margini”.
Italiani fiduciosi, prossime vacanze in Italia
Nonostante tutto gli italiani non sembrano perdere la speranza e in base ad un sondaggio di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con SWG, è emerso che l’emergenza Coronavirus dovrebbe durare ancora due o tre mesi ma dopo ci sarà tutta l’intenzione di tornare a viaggiare. L’83% degli intervistati ha affermato che resterà in Italia mentre il 16 per cento ha paura di non avere la disponibilità economica per viaggiare.
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