Come sono cambiati i consumi e gli stili di vita con il coronavirus? Sicuramente molto, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Alcuni dati di vendita, basati sugli ultimi mesi, sembrano già dire molto su come la pandemia ha cambiato il nostro modo di fare acquisti, consumare, cucinare e mangiare. Ne ha parlato anche Nielsen con una ricerca per Reuters.
Stili di vita cambiati con il coronavirus
Già durante il lockdown, gli italiani avevano decisamente cambiato approccio nei confronti degli acquisti. Mentre hanno iniziato a spopolare quelli online, sono crollati gli acquisti nei negozi fisici, per la spesa alimentare si è data preferenza a determinati prodotti, in particolare in molti si sono improvvisati chef cucinando a casa pane e pizza. Ciò aveva portato ad un aumento delle vendite di farine, lievito e preparati per dolci. Dopo vari mesi dalla fine del lockdown molte abitudini sono rimaste. Prima di tutto sono calate le spese per i vestiti e in genere l’abbigliamento, si sta più a casa e di conseguenza non si pensa al look come nel passato, visto che le persone cercano di evitare i posti dove ci sono assembramenti. Si acquistano determinati prodotti e anche se non c’è più il picco come vari mesi fa, ad oggi continuano andare alla grande le richieste di prodotti igienizzanti o lievito per fare il pane in casa.
C’è chi spende meno e chi spende di più
La sfiducia e la paura del contagio, ma anche il fatto che in molti settori l’occupazione è andata a gambe all’aria, hanno mandato in crisi il commercio. Le persone tendono a spendere meno, mangiano di più a casa, non comprano e di conseguenza a rimetterci sono tutte quelle attività commerciali che un tempo proliferavano grazie ai consumi. Al contempo, sono aumentati gli acquisti online, lo dimostrano i dati di vendite di Amazon, che sta vivendo un vero e proprio boom mai visto prima. C’è, però, un dato che sorprende: accanto a chi non vuole spendere perché non lavora o teme una crisi, c’è chi in questi mesi, spendendo meno per ragioni forzate durante il lockdown, è riuscito a risparmiare più soldi e quindi ora li spende per oggetti costosi o di lusso come borse Vuitton o scarpe Nike. Un dato che mette in risalto come il coronavirus non ha solo causato una propensione al risparmio ma anche la voglia di spendere i soldi per oggetti costosi, forse una sorta di atto liberatorio dopo mesi di clausura.
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