Soltanto qualche settimana fa, la Cabina di Regia che si è tenuta a Palazzo Chigi ha sospeso il Bonus cashback. A partire dal secondo periodo (semestre) del 2021, dunque, non sarà più possibile ricevere il rimborso per le spese effettuate tramite carte elettroniche di pagamento.
I bonifici delle somme accumulate durante il primo semestre saranno comunque effettuati.
Per questi rimborsi, in totale, saranno spesi circa 900 milioni di euro. Purtroppo, però, i benefici di questa misura sembrerebbero quantomeno dubbi. Ecco il motivo.
Bonus Cashback, i motivi della sua sospensione
L’intero programma del bonus cashback si è fermarono per il secondo semestre del 2021.
Il cashback, è stato spiegato da fonti di governo, “ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori”.
I maggiori utilizzatori di questa misura sono stati gli abitanti del nord Italia, o comunque soggetti residenti in grandi città, con un reddito medio-alto e che, anche prima dell’entrata di questa misura, erano già abituati ai pagamenti termite carta.
Stando così le cose, il cashback rischia di accentuare le disuguaglianze favorendo le famiglie più ricche.
Ad ogni modo, è bene ribadire che il governo starebbe effettuando ulteriori approfondimenti sulla sostenibilità della misura.
Lo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, nel corso di una non recentissima audizione sulle tematiche relative alla riforma fiscale nelle commissioni Finanze di Senato e Camera, ha espressamente dichiarato “l’introduzione del cashback ha avuto degli effetti positivi sull’incremento di operazioni con Pos”. Adesso è necessario valutare se i benefici della misura siano adeguati a coprirne i costi, ben 1,5 miliardi. Se così fosse, spiega Franco, nulla impedirebbe di riprenderne la sua attuazione per il primo semestre dell’anno prossimo.
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