Il Comitato tecnico-scientifico (Cts) ha dato il via libera alla 71-esima edizione del Festival di Sanremo. Tra stringenti misure anti-Covid, la kermesse canora più importante d’Italia nell’anno solare sarà salva. Un passo cruciale nella direzione di quella normalità di cui tutti abbiamo bisogno per staccarci da una quotidianità ormai da quasi un anno caratterizzata da paure e limitazioni. Ma al Teatro Ariston non ci sarà pubblico, come del resto sembrava scontato che fosse. Soddisfazione è stata espressa nei giorni scorsi da Amadeus, che presenterà il festival per il secondo anno consecutivo, così come dal governatore ligure Giovanni Toti, il quale tira un sospiro di sollievo su Facebook.
L’assenza del pubblico non sarà l’unica peculiarità di quest’anno. Gli ospiti che saliranno sul palco non potranno abbracciarsi, baciarsi, né entrare in contatto con chicchessia. I mazzi di fiori verranno loro offerti su un carrello costantemente igienizzato. Insomma, l’atmosfera sarà molto più fredda, ma di alternative praticabili non ve ne sono. Il Cts ha altresì suggerito di fare molta attenzione agli spazi esterni, che non sono sotto la responsabilità della RAI, ma che potrebbero creare assembramenti per la curiosità dei passanti e dei fan. Per questo, ha suggerito che l’arrivo dei cantanti e delle personalità dello spettacolo avvenga a bordo di autobus con vetri oscurati.
Vedremo come se la caverà Amadeus a scaldare cinque serate senza alcuna platea di fronte ai suoi occhi. Tuttavia, la TV pubblica si attende un ulteriore incremento degli ascolti dopo i record della scorsa edizione.
Migliaia di euro di costo al secondo per uno spot
E’ vero che l’assenza di pubblico farà incassare qualche milione in meno ai botteghini, ma del resto si vocifera che i costi saranno tagliati dai 17-18 milioni dello scorso anno a 16 milioni. Al contempo, gli incassi dovrebbero aumentare, anche in virtù del boom di ascolti dell’edizione 2020. Il tariffario della RAI per la vendita degli spazi televisivi subirà un ritocco all’insù del 9%. Gli slot a disposizione per ciascuna serata saranno dodici. Si va dal TG1 Speciale Sanremo delle ore 20.30 alla chiusura delle 01.15. Quest’ultima è la fascia in cui mandare in onda uno spot pubblicitario di 30 secondi costa di meno: “appena” 13.600 euro. Chiaramente, bisognerà sborsare molto, molto di più per le fasce orarie centrali, vale a dire quelle delle ore 21.45 e delle 22.25, cioè rispettivamente 226.000 e 216.000 euro. In pratica, per ogni secondo si arriverà a pagare oltre 7.500 euro. Questo è il prezziario della prima e dell’ultima serata, cioè di martedì 2 e sabato 6 marzo.
Le serate intermedie costeranno, invece, un po’ di meno e, soprattutto, per le fasce orarie centrali. Alle ore 21.45, uno spazio di 30 secondi sarà offerto a 176.000 euro, 50.000 in meno. Ma faranno pur sempre quasi 5.900 euro per secondo. Questi prezzi non saranno applicati agli sponsor e alle aziende che si accaparreranno i diritti di esclusiva sulla base degli accordi commerciali siglati. Chiaramente, in quel caso bisognerà sganciare ancora di più. Infine, la RAI tratta separatamente anche la messa in onda della pubblicità di Domenica In, che sarà come ogni anno incentrata del tutto sulle canzoni della kermesse.
Lo scorso anno, il Festival di Sanremo incassò 37 milioni, maturando un utile di quasi 20 milioni. Quest’anno, potrebbe andare paradossalmente meglio. E per la TV di stato si tratta di una manifestazione rilevantissima ai fini del suo bilancio. Le cinque serate le faranno incassare il corrispondente di 25 giornate piene medie. In pratica, se tutto l’anno fosse così, solo dalle fasce serali Viale Mazzini incasserebbe 2,7 miliardi, 5 volte gli introiti pubblicitari attuali e 1 miliardo in più di quelli derivanti dal pagamento del canone RAI. Perché Sanremo è Sanremo. Saranno solo canzonette, come ci ripetiamo ogni anno, ma non è inverno se non c’è il festival. In fondo, essere italiani significa anche sottoporsi a questo rito collettivo a cui non riusciamo a fare a meno e non certo per la qualità media dei brani proposti.