Tra gli strumenti di accertamento del Fisco ci sono i questionari. Questi ultimi servono per ricostruire la situazione patrimoniale e reddituale dei contribuenti, ai quali viene chiesto di compilarli inserendo dati e informazioni. Di fronte a questi moduli, molti si chiedono cosa sia meglio fare e se rispondere sia obbligatorio.
I questionari del Fisco, come arrivano: occhio alle truffe
Eventuali questionari del Fisco, come arrivano: occhio alle truffe
Il questionario può essere spedito via PEC o tramite raccomandata (diffidate quindi da email o telefonate in cui vi vengono chiesti dati personali).
L’invito dell’Agenzia delle Entrate tramite questionario
Chiariamo prima di tutto che si tratta di un accertamento “soft”. La compilazione del questionario del Fisco non è obbligatoria. Tuttavia non solo le risposte ma anche il silenzio potrebbe pesare in un eventuale accertamento successivo. Non ottemperare a questa richiesta limita infatti il diritto di difesa e di ricorso.
Accertamento fiscale, come collaborare
In quest’ottica fornire le informazioni che “vi scagionano” potrebbe andare a vostro vantaggio. Nelle intenzioni delle Entrate il questionario serve a creare proprio un dialogo costruttivo. Il contribuente, rispondendo, si rende disponibile a fornire dati mancanti. Tieni presente che, proprio in quanto strumento di “investigazione fiscale” che sfrutta la collaborazione dell’utente, il questionario, e la sua valutazione, dovranno seguire principi di lealtà, correttezza e buona fede.
Tieni presente che neppure per le Entrate è obbligatorio inviare il questionario bonario a tutti i contribuenti sottoposti ad accertamento.
Come rispondere al questionario delle Entrate
Dunque tieni presente che non rispondere (a meno che non vi sia un impedimento di forza maggiore) o farlo in modo incompleto e non veritiero:
- ti mette in cattiva luce;
- fa scattare a tuo carico sanzioni amministrative di tipo economico;
- ti espone al rischio di accertamenti con metodo induttivo (basati su presunzioni delle Entrate).
Inoltre i documenti richiesti con il questionario e non presentati, non potranno essere portati come prova nell’eventuale giudizio tributario di opposizione all’atto di accertamento emanato in seguito.
Con il questionario, in sostanza, il Fisco ti chiede di giustificare la provenienza di somme utilizzate per alcuni “grossi acquisti o investimenti”, evidentemente non congrui al reddito da te dichiarato. Potrebbe anche volere una spiegazione su alcuni movimenti sospetti da o verso il tuo conto corrente.
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