La platea di destinatari del Fondo pensione FON.TE si estende. L’accordo sottoscritto da Confcommercio – Imprese per l’Italia, Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs (partners del Fondo in questione) apre alle partite IVA con importanti novità per liberi professionisti e lavoratori autonomi.
Cos’è il Fondo pensione FON.TE? E’ un fondo pensione complementare per i lavoratori dipendenti di aziende del Terziario. Con il suddetto accordo sottoscritto il 10 marzo scorso, questo Fondo apre a professionisti e lavoratori autonomi, inclusi i titolari di ditte individuali ed i familiari che partecipano alle imprese familiari.
La contribuzione prevista è fissata nella misura minima del 3% del reddito di lavoro autonomo ai fini Irpef o del reddito d’impresa.
Per la prossima riforma delle pensioni, il confronto tra Governo e sindacati dovrà vedersela, tra i vari temi da affrontare, anche con il rilancio della previdenza complementare.
Vediamo i dettagli di questa novità.
Fondo pensione FON.TE esteso alle Partite IVA: ecco perché
L’estensione della platea di destinatari del Fondo FON.TE a partite IVA, imprenditori e lavoratori autonomi riguarda tutti i soggetti che operano nell’ambito dei contratti sottoscritti da Confcommercio Imprese per l’Italia Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs. Lavoratori autonomi e partite IVA devono necessariamente essere iscritti alla Gestione Separata e gestioni speciali.
A cosa si deve la sottoscrizione di questo accordo?
Perché il Fondo è stato esteso anche alle partite IVA?
I fondi pensione complementari rappresentano per i lavoratori dipendenti una soluzione ottimale ai fini della pensione, un consistente accumulo aggiuntivo a costo molto basso. Per le partite IVA ed i lavoratori autonomi non è così. Possono aderire a Fondi bilaterali di categoria ma i costi sono più elevati rispetto al Fondo FON.TE. I costi sono più alti perché, praticamente, l’eventuale previdenza complementare e la contribuzione ordinaria all’INPS sono completamente a loro carico.
Su oltre 4 milioni di iscritti alla Gestione Separata ed alle Gestioni del Lavoro Autonomo INPS, soltanto 2,6 milioni risultano con una posizione aperta nella previdenza complementare per l’accumulo a fini pensionistici. Eppure sono proprio i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti ad averne più bisogno. Basta considerare che, attualmente, il rapporto tra reddito medio e pensione media si attesta al 60% per i lavoratori dipendenti ed al 50% per i professionisti ed i lavoratori autonomi.
Un buon punto di partenza per le partite IVA
Per il motivo appena descritto, è stato deciso di attingere al Fondo FON.TE piuttosto che utilizzare un nuovo strumento. Si sceglierà, dunque, di utilizzare il Fondo Pensione Complementare per i dipendenti da aziende del Terziario (turismo, commercio, servizi) per garantire una forma pensionistica privata collettiva destinata alle partite IVA.
Il Fondo Fon.Te. conta oggi 245.000 iscritti ed oltre 4 miliardi di capitale ANDP (Attivo Netto Destinato alle Prestazioni).
L’accordo tra i partner di Fon.Te è un buon punto di partenza: spetterà agli organi di gestione del Fondo procedere con le dovute modifiche statutarie.
Secondo quanto riporta Confcommercio, una volta completato il percorso operativo, partirà una fase formativa per meglio diffondere una cultura ed educazione alla previdenza complementare rivolta sia ai dipendenti sia ai lavoratori autonomi.
La previdenza complementare per lavoratori autonomi è attualmente garantita anche dal Fondo PREVEDI (Fondo Pensione dei lavoratori delle imprese industriali ed artigiane edili ed affini ) e da Fondi territoriali come il Fondo Solidarietà Veneto.