Il jihad europeo: fenomenologia di una specie

Cos'è il jihad europeo, da dove nasce e da quali persone è composto? Andiamo ad analizzare questo fenomeno nel dettaglio, scoprendo le ragioni che portano molti giovani a scegliere la violenza e la morte piuttosto che l'integrazione.
9 anni fa
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Il vuoto dentro

Da un punto di vista occidentale, fa notare Roy, il nichilismo di questi giovani attentatori è paragonabile al nichilismo di Hans Breivik e a quello di tutti quei ragazzi americani che un giorno si fanno girare il boccino, prendono un kalachmikov e fanno stragi nelle scuole. Freddamente, lucidamente, come se stessero andando a comprare una mela al supermercato. E’ un nichilismo senza religione né patria, generato da una frattura, da un qualche meccanismo che si rompe, dominato però sempre dallo stesso impulso: il rifiuto.

Di un valore, della propria società, del proprio io. Un rifiuto che è un affluente che confluisce nel fiume della rabbia e della frustrazione. Un odio incalcolabile e ingestibile verso se stessi, che può essere liberato solo dal farsi esplodere o dal seminare violenza contro i civili, che altro non sono che simboli speculari della propria identità.  

Risolvere i problemi interni

Sempre su Le Monde, in un intervento ripreso da Internazionale, Farhad Khosrokhavar parla anch’egli di un mancato riconoscimento in un’ideologia sana:  

In Europa esiste un esercito di riserva di jihadisti formato dai giovani declassati delle città o dei quartieri popolari. Nel breve periodo si potrà lottare contro questo esercito di riserva con arresti e detenzioni, ma nel lungo periodo bisognerà neutralizzarlo con misure socio-economiche, far uscire dal ghetto i giovani e inventare una nuova modalità di urbanizzazione e di socializzazione. Questi giovani si identificano nel jihadismo più per ragioni identitarie e sociali che religiose, e l’islam diventa per loro il simbolo di una resistenza perché nessuna ideologia è più in grado di offrirgli un supporto emotivo e la sicurezza del sacro (dopo l’esaurimento delle ideologie di estrema sinistra).  

Come a dire che forse, più dello sgancio delle bombe in Siria, i Paesi dovrebbero guardare di più in casa loro, per arginare questo fenomeno.

Perché oggi sarà l’ISIS, ma domani? Cosa sarà domani? Un altro gruppo terroristico con sede in un Paese africano o in un altro territorio del Medio Oriente o dell’Asia, o chissà, del Sudamerica? Un altro gruppo estremista radicale religioso? Un’altra causa a cui votare il proprio sangue e la propria carne? E noi occidentali torneremo a parlare sempre delle stesse cose, evitando di proporre una soluzione che possa arginare definitivamente questo fenomeno violento e nichilista nelle nostre case.  

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