Il lavoro al computer può essere considerato a rischio in gravidanza?

Il lavoro al computer può essere considerato a rischio in gravidanza? Ecco cosa prevede la normativa vigente.
1 mese fa
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Lavorare al computer può essere ritenuto a rischio in gravidanza? Come canta Anna Tatangelo con il brano Profumo di mamma: “Sento la mia adrenalina salire salire ancora più su, mentre un profumo di mamma si ferma quaggiù. Già sento battere il suo cuore, arriva il frutto dell’amore”. La gravidanza rappresenta uno dei momenti più belli nella vita di una donna.

Nel momento stesso in cui scopre di essere in dolce attesa, la futura madre nutre un mix di emozioni che vanno dalla felicità alla paura di non essere in grado di garantire il massimo alla propria creatura.

Se tutto questo non bastasse alcune donne potrebbero ritrovarsi a vivere una gestazione complicata, tanto che il medico invita a restare immobili e in alcuni casi anche a non lavorare.

I lavori faticosi, pericolosi ed insalubri vietati durante la gravidanza

Proprio in tale ambito è giunto in redazione il quesito di una nostra lettrice che ci chiede: “Buongiorno, mi chiamo Rossella e sono in dolce attesa del mio primo bambino. Sono impiegata presso una piccola azienda e la mia attività consiste prevalentemente nel svolgere le varie pratiche al computer. Vi contatto per chiedervi se il lavoro al computer può essere considerato a rischio in gravidanza oppure no. Grazie in anticipo per la risposta”.

A fornire una risposta al quesito della nostra lettrice ci pensa l’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 25 novembre 1976, n. 1026 che fornisce un elenco dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri. Entrando nei dettagli viene sottolineato che tra le attività vietate si annoverano le seguenti:

“A) quelli previsti dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 345 e dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 262;
B) quelli indicati nella tabella allegata al decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n. 303, per i quali vige l’obbligo delle visite mediche preventive e periodiche: durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto.

Ma non solo, entrando nei dettagli sono vietati i lavori che:

  • espongono alla silicosi e all’asbestosi;
  • comportano l’esposizione alle radiazioni ionizzanti;
  • su scale ed impalcature mobili e fisse;
  • manovalanza pesante;
  • comportano una stazione in piedi per più di meta’ dell’orario o che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante;
  • con macchina mossa a pedale, o comandata a pedale, quando il ritmo del movimento sia frequente, o esiga un notevole sforzo;
  • con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni;
  • lavori di assistenza e cura degli infermi nei sanatori e nei reparti per malattie infettive e per malattie nervose e mentali;
  • i lavori agricoli che implicano la manipolazione e l’uso di sostanze tossiche o altrimenti nocive nella concimazione del terreno e nella cura del bestiame;
  • lavori di monda e trapianto del riso;
  • “lavori a bordo delle navi, degli aerei, dei treni, dei pullman e di ogni altro mezzo di comunicazione in moto: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro”.

Il lavoro al computer può essere considerato a rischio in gravidanza?

Nell’elenco poc’anzi citato non vi è menzione esplicita del lavoro al computer.

Quest’ultimo pertanto non viene generalmente considerato rischioso per una donna in dolce attesa. Questo comunque non vuol dire che sia tutto rose e fiori. L’attività al computer può ad esempio divenire causa di problemi di tipo posturale. I cambiamenti che subisce il corpo in tale periodo, assieme alla posizione fissa seduta che si deve tenere per un bel po’ di tempo, possono provocare la comparsa di problemi muscolo-scheletrici, come la lombalgia.

Onde evitare problemi di questo genere, pertanto, si consiglia di fare più frequentemente delle pause, ridurre il tempo di lavoro dinnanzi al computer e camminare un po’ per sgranchire i muscoli.

In caso di dubbi in merito alla compatibilità fra il proprio stato di gravidanza e l’attività lavorativa svolta si invita a rivolgersi al proprio medico. Il tutto fermo restando il fatto che il datore deve garantire che il lavoro venga svolta all’insegna della massima sicurezza sia per la futura mamma che per il bimbo in arrivo. In caso contrario è possibile avvisare l’ispettorato del lavoro per la messa in astensione anticipata per il rischio sul lavoro.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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