Il mal di testa cronico (c.d. cefalea cronica) dà diritto al riconoscimento della legge 104? Molti sono quelli che si pongono questa domanda. Ci sono persone che hanno mal di testa ogni giorno o quasi.
Infatti, sono circa 6 milioni i soggetti che ne soffrono. Ciò ha portato il legislatore a riconoscere questa patologia come una “malattia sociale” (Legge n. 81/2020). Qui è sancito che la cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi effettuata da uno specialista del settore presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura delle cefalee che ne attesti l’effetto invalidante, è riconosciuta come malattia sociale nelle seguenti forme:
- emicrania cronica e ad alta frequenza;
- cefalea cronica quotidiana con senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
- cefalea a grappolo cronica;
- emicrania parossistica cronica;
- cefalea nevralginiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione
- emicrania continua.
Malattia sociale ma non automaticamente invalidante
Il fatto che il mal di testa cronico sia stato riconosciuto come malattia sociale (ossia patologia che colpisce una vastità della popolazione) non ne comporta anche l’automatico riconoscimento come malattia “invalidante”.
È invalidante quella patologia che comporta una riduzione della capacità lavorativa di un soggetto o una riduzione o incapacità nel compiere gli atti quotidiani della propria vita.
L’invalidità è riconosciuta, come noto, dalla commissione medica dell’INPS dietro apposita domanda parte del soggetto interessato. Il quale, tramite il proprio medico certificatore, ha ottenuto il certificato in cui è attestata la presenza della patologia che giustificherebbe il riconoscimento della 104.
Legge 104 con il mal di testa cronico
Il mal di testa cronico può manifestarsi in forme molto gravi sia in termini di dolore sia come frequenza. Al punto tale da costringere a rinchiudersi in stanza al buio, lontano dal caos e da tutto quanto potrebbe contribuire ad aumentare il proprio stato di sofferenza.
Pertanto, ci possono essere davvero circostanze in cui il mal di testa è così forte e frequente da non consentire a un individuo di compiere gli atti quotidiani della vita e/o di lavorare.
Ne consegue che la legge 104 risulta applicabile anche a chi è affetto da “cefalea primitiva cronica”, dato che si tratta di una patologia fortemente disabilitante e causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa. Elementi questi che determinano un processo di svantaggio ed emarginazione sociale.
Resta ferma la procedura per il riconoscimento della 104. Il medico certificatore invia il certificato all’INPS e poi il paziente fa domanda. La commissione medica convoca il paziente per la visita medico-legale e accerta effettivamente se la patologia è “invalidante”. A ciò seguirà il verbale che definirà se c’è invalidità e la percentuale.
Riassumendo…
- il legislatore ha riconosciuto il mal di testa cronico come malattia sociale
- che il mal di testa cronico sia una malattia sociale non significa che sia anche una patologia invalidante
- ad ogni modo poiché il mal di testa cronico, in alcuni casi, può comportare la riduzione di capacità lavorativa e della capacità di compiere gli atti di vita quotidiana è prevista la possibilità di riconoscimento della legge 104.