Davvero il Reddito di Cittadinanza uccide il mercato del lavoro?
L’ISTAT ha da poco reso noto il numero dei posti di lavoro vacanti relativamente al primo trimestre del 2022. In questo periodo, si è registrato un lieve decremento rispetto al trimestre precedente, ma il dato rimane ugualmente tra i più alti mai registrati.
Tali misurazioni, si legge sul sito della stessa ISTAT, sono state condotte a partire dal 2016. Anno in cui il reddito di cittadinanza non esisteva ancora. Motivo per il quale, molti detrattori del sussidio hanno subito pensato alla “ovvia” correlazione: da quando esiste il reddito di cittadinanza, nessuno vuole più lavorare.
Tasso dei posti vacanti, cosa significa?
Nel primo trimestre 2022, il tasso di posti vacanti relativo alle imprese con dipendenti si attesta all’1,9 per cento per il complesso delle attività economiche. In particolare:
- 2 per cento per l’industria;
- 1,8 per cento per i servizi.
Rispetto al trimestre precedente, il tasso di posti vacanti segna un decremento di 0,2 punti percentuali.
Così come spiegato dalla stessa ISTAT, per “posti vacanti” si intendono i posti di lavoro regolarmente retribuiti per cui si sta cercando attivamente un candidato.
Il tasso di posti vacanti, invece, è il rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di questi ultimi con le posizioni lavorative occupate. Si tratta di un indicato che fornisce informazioni utili per interpretare l’andamento congiunturale del mercato del lavoro.
Come si evince dal grafico, il numero di posti di lavoro attualmente non occupati è tra i più alti dal 2016, anno in cui l’ISTAT ha iniziato a condurre questo tipo di misurazioni. E in molti stanno già pensando ad una correlazione diretta tra questo dato e l’istituzione del Reddito di Cittadinanza.
Reddito di Cittadinanza: il sussidio funziona, le politiche attive no
Come già detto, il dato sui posti di lavoro vacanti è evidente: mai come negli ultimi tempi ci sono così tanti posti di lavoro retribuiti non coperte, a fronte di un numero di percettori del sussidio che negli ultimi anni è anche aumentato.
Sono in molti (media e soggetti politici) che in questi giorni parlano di un vero e proprio “fallimento del reddito di cittadinanza”, almeno sul piano delle “politiche attive del lavoro”.
Soltanto qualche settimana fa, anche il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, aveva dichiarato quanto segue: in Italia ci sono circa “350 mila figure mancanti nel settore del turismo, con una disoccupazione del 10 per cento”. Per il ministro si tratterebbe di una vera e propria anomalia.
Non da ultimo, la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli ha da poco proposto di “sospendere questa misura assistenziale, almeno per la stagione estiva”, introducendo i voucher e abbassando la pressione fiscale. Il reddito di cittadinanza, ha spiegato la senatrice, “uccide la competizione”.
Del resto, come dimostrato dall’ISTAT, in Italia i posti di lavoro ci sono e come.