Da quando è stato introdotto l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico, rappresenta la principale misura di welfare per le famiglie italiane con figli a carico. E non solo per figli piccoli o minorenni, perché l’Assegno Unico e Universale, conosciuto anche con l’acronimo AUU, è appannaggio delle famiglie con figli al di sotto dei 21 anni di età.
Si chiama Assegno Unico e Universale perché è davvero una misura unicum, che vale per i lavoratori dipendenti (che fino alla sua introduzione percepivano gli Assegni Familiari sui figli), ma anche per i lavoratori autonomi, per i disoccupati, per i titolari di ammortizzatori sociali e persino per i titolari di sussidi contro la povertà.
Il nuovo Assegno Unico e Universale (AUU) sui figli, cifre, regole e novità 2025
Ricapitolando, l’Assegno Unico e Universale sui figli è una misura destinata alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni di età non ancora compiuti. E se il figlio è disabile, non esiste alcun limite di età: l’Assegno Unico vale sempre.
L’importo dell’Assegno Unico varia in base alla situazione reddituale, patrimoniale ed economica del nucleo familiare, calcolata come sempre in base all’ISEE in corso di validità. Inoltre, gli importi variano a seconda dell’età dei figli, del numero di figli e di eventuali casi di disabilità.
Come sempre, l’ISEE non è obbligatorio per ottenere l’Assegno Unico e Universale, dato che è sufficiente presentare la domanda. Tuttavia, la funzione dell’ISEE è quella di determinare l’importo dell’assegno, dal momento che chi non presenta un ISEE (o ha un ISEE superiore a 45.574,96 euro) percepirà comunque la prestazione ma solo nella misura minima, che supera di poco 50 euro al mese a figlio.
ISEE obbligatorio o no? Ecco la risposta
Chi ha già percepito l’Assegno Unico Universale nel 2024 non deve presentare di nuovo domanda. Basterà rinnovare l’ISEE e continuerà a riceverlo anche nel nuovo anno. Gli unici casi in cui l’interessato deve tornare a modificare la domanda sono, ad esempio, quelli in cui ci sia un nuovo figlio in arrivo. O quando un figlio per cui già si percepiva l’Assegno Unico e Universale compie 18 anni.
In quest’ultimo caso, occorre comunicare all’INPS che, pur essendo maggiorenne, il figlio rimane a carico. Infatti, l’Assegno Unico e Universale viene erogato sui figli a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni di età. Superata questa età, occorre dimostrare che il figlio frequenta un corso di istruzione scolastica, professionale o universitaria. Oppure che stia svolgendo un tirocinio o un lavoro con reddito inferiore a 8.000 euro annui. O ancora che presti servizio civile universale o risulti disoccupato iscritto ai Centri per l’Impiego. Solo così si potrà continuare a percepire l’Assegno Unico e Universale fino al compimento dei 21 anni del figlio.
Importi e regole del nuovo Assegno Unico e Universale sui figli a carico nel 2025
Nel mese di gennaio, l’Assegno Unico e Universale verrà pagato ai già beneficiari indipendentemente dal rinnovo o meno dell’ISEE. Poi, a febbraio, sarà necessario aver rinnovato l’ISEE in corso di validità. Con l’accredito di febbraio 2025, scatteranno anche gli aumenti legati alla rivalutazione ISTAT, che riguarderà quindi anche l’Assegno Unico e Universale.
Per il 2025, l’Assegno Unico e Universale minimo — spettante a chi non ha un ISEE in corso di validità o ne ha uno superiore a 45.574,96 euro — sarà pari a 57,45 euro a figlio. L’importo massimo sarà invece 200,99 euro, ma solo per famiglie con ISEE fino a 17.227,33 euro.
Assegno Unico e Universale sui figli a carico sotto i 21 anni di età, ecco chi è alla prima domanda
Per chi deve richiederlo la prima volta perché avrà un lieto evento nel 2025, conviene prima di tutto aggiornare l’ISEE subito dopo la nascita del nuovo figlio. Altrimenti, presentando solo la domanda, si riceverà il beneficio nella misura minima, eventualmente recuperando gli arretrati dal settimo mese, ma sempre all’importo base. E continuerà così fino alla presentazione della DSU e al rilascio dell’ISEE.
Al momento della domanda, in base ai vari casi, gli interessati — oltre a indicare un IBAN su cui dovranno arrivare i pagamenti (IBAN intestato o cointestato con il richiedente) — dovranno rispondere alle domande che generano il diritto alle maggiorazioni, le quali fanno aumentare l’importo dell’Assegno Unico e Universale.