Il Tesoro ha incassato altri 5 miliardi di euro nella giornata di ieri, attraverso un’asta di titoli di stato a medio-lungo termine. In dettaglio, 2,5 miliardi sono arrivati dall’emissione del nuovo BTp€i (ISIN: IT0005543803) e altrettanti dalla quinta tranche del BTp short term (ISIN: IT0005534281). Quest’ultimo ha scadenza in data 28 marzo 2025 e offre cedola lorda annuale del 3,40% corrisposta su base semestrale. Questo secondo bond ha esitato un rendimento del 3,58%, in rialzo dello 0,29% rispetto alla quarta tranche. Il prezzo di aggiudicazione è stato, infatti, di 99,7253 centesimi.
E adesso veniamo al nuovo bond indicizzato all’inflazione dell’Area Euro. Il BTp€i ha scadenza 15 maggio 2029 e offre cedola reale dell’1,5%, corrisposta ogni sei mesi per lo 0,75%. Questo titolo di stato è stato prezzato a forte sconto, se è vero che gli investitori lo hanno acquistato per 98,87 centesimi, facendo così salire il rendimento reale all’1,70%. Poiché il BTp di pari durata con cedola fissa rendeva nelle stesse ore poco più del 3,90%, la differenza è stata superiore al 2,20%. Essa corrisponde al tasso d’inflazione medio atteso nei prossimi cinque anni dal mercato per l’Area Euro.
Questo BTp€i staccherà il prossimo 15 maggio una mini-cedola dello 0,078729% del valore nominale del capitale, corrispondente a 19 giorni di possesso nel semestre iniziato lo scorso 15 novembre e che si concluderà proprio a metà maggio. Malgrado la durata iniziale di sei anni, il bond è stato collocato sul mercato per diventare un “benchmark” quinquennale per i titoli italiani indicizzati all’inflazione dell’Area Euro.
BTp€i buon investimento con alta inflazione
Il valore di riferimento per l’indice Eurostat alla data di regolamento ed emissione del 26 aprile è stato fissato a 120,77667. Questo significa che l’obbligazionista otterrà la rivalutazione del capitale alla scadenza per il caso in cui l’indice dei prezzi risulterà superiore a tale valore e per una percentuale relativa all’aumento registrato.
Il BTp€i può essere un buon investimento se si teme che l’inflazione sia un rischio concreto per la tutela del potere di acquisto del capitale. Viceversa, se si ritiene che sia destinata a ripiegare velocemente e a restare bassa nei prossimi anni, converrebbe puntare sui bond con cedola fissa. Tuttavia, i prezzi scontati esitato all’asta di ieri rendono l’emissione allettante. Appare arduo ipotizzare una crescita media dei prezzi al consumo nell’Area Euro inferiore al 2,2% nei prossimi cinque anni. L’inflazione è stata stimata dalla Banca Centrale Europea al 5,3% quest’anno, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Difficile che negli anni successivi scenda al punto da abbassare la media quinquennale sotto il 2,2% insito nei prezzi del bond.