Pagare meno del dovuto, annullando le sanzioni, gli interessi e le spese che in generale fanno lievitare gli importi da pagare nelle cartelle esattoriali. Questo è ciò che ogni contribuente si aspetta da una sanatoria. Naturalmente con l’aggiunta di una maggiore flessibilità nei pagamenti, cioè con rateizzazioni e agevolazioni. Queste sono le qualità che in genere si trovano con le sanatorie. Il problema è che non sempre ci sono sanatorie attive. Nel senso che, come dimostra la situazione attuale, una rottamazione delle cartelle deve partire sostanzialmente da una decisione del governo. Come per esempio siamo in attesa di una nuova e potenziale rottamazione quinquies dopo che in Senato la Lega ha depositato una proposta di legge.
Sarebbe diverso il caso di una rottamazione sempre attiva. Cioè di un provvedimento sempre disponibile per i contribuenti. In questo senso può fare molto l’iniziativa che riguarda la sanatoria fiscale 2025 per quanto concerne i tributi a carattere locale, dall’IMU alla Tari.
Il nuovo canale della rottamazione delle cartelle, stop ai tributi locali e sanatoria sempre aperta
Niente a che vedere con la sanatoria delle cartelle esattoriali. E niente a che vedere con la rottamazione quater, quinques o altro per le cartelle di Agenzia delle Entrate Riscossione. La sanatoria fiscale 2025 che permette di risolvere alcuni debiti dei contribuenti riguarda IMU, Tari e quindi i vari tributi locali. Una sorta di nuova pace fiscale per i tributi locali, ma che lasciano facoltà al Comune di aderire. Infatti tutto dipende dal proprio Comune se vuole concedere o meno ai suoi cittadini la sanatoria prevista adesso dalla normativa.
Rottamazione cartelle dei Comuni, ecco la nuova Pace Fiscale comunale
Il fatto è che parliamo di tributi locali che spesso vengono ceduti all’incasso non all’Agenzia delle Entrate Riscossione, bensì ad altri agenti. Evidente che la rottamazione delle cartelle può tornare utile per tutti i debiti che gli enti statali, locali e così via dicendo, hanno ceduto ad Agenzia delle Entrate Riscossione. per gli altri ecco una nuova pace fiscale la cui entrata in vigore dovrebbe essere imminente visto che è in analisi al Senato. Prima che ai contribuenti venga ammessa la possibilità di aderire alla pace fiscale dei tributi locali, deve essere il Comune a manifestare la sua adesione alla procedura. Potranno rientrare nella sanatoria tutti i tributi locali passati alla riscossione forzosa entro il 31 dicembre 2023. Quella che sembra una rottamazione delle cartelle del Comune, riguarda l’Imposta Municipale Unica (IMU), la tassa sui rifiuti, le multe per infrazioni del Codice della Strada comminate dalla Polizia Locale e qualsiasi altra pendenza che vede nel Comune l’ente a cui il pagamento è dovuto. Naturalmente il vantaggio per i contribuenti è uno sconto sul dovuto. Perché come per tutte le rottamazioni anche per questa dei Comuni, c’è la cancellazione di sanzioni e interessi di mora oltre che la possibilità di dilazionare il pagamento a rate.
Perché la nuova pace fiscale dei Comuni?
Snellire gli arretrati per gli enti, fare incassare più soldi a questi ultimi e aiutare i contribuenti a mettersi in regola sono gli obiettivi di questa pace fiscale comunale.
Gli ultimi dati infatti dimostrano come ci sia una grande incidenza di evasione per tributi quali l’IMU o la Tari. Pare che il 7,6% sia l’IMU pendente e non riscossa dai Comuni. E quasi il 16% sono le pendenze con la Tari. Ma addirittura sfiora il 30% la pendenza per le multe. Sempre per la riforma della riscossione e sempre in materia di tributi locali però, ecco che si accorciano i termini di azione coattiva da parte del Comune. Per agire nei confronti dei contribuenti senza passare dai concessionari, il Comune adesso potrà farlo dopo soli 60 giorni dalle scadenze. Un termine ridotto di tanto visto che fino ad oggi era di 180 giorni.