“Davanti al terminal degli arrivi, vado all’ingresso e faccio per entrare. Il meccanismo automatico, le porte che si aprono per farmi passare mi fa pensare: qualsiasi addio anche tra due porte è traumatico“, canta Dargen D’Amico in Malpensandoti. Effettivamente non si può negare come ogni addio porti con sé degli strascichi non indifferenti.
Rinunciare a qualcosa che ormai era entrata a far parte, a pieno titolo, della nostra vita è indubbiamente complicato. Lo sanno bene i tanti percettori del reddito di cittadinanza che a breve dovranno dire addio alla misura in questione.
Il passaggio dal reddito di cittadinanza alla MIA non è automatico: ecco chi non avrà più i requisiti
Il 2023 è l’ultimo anno in cui verrà corrisposto il reddito di cittadinanza. A partire dal 2024, infatti, il sussidio targato Movimento 5 Stelle verrà sostituito da una nuova misura che prenderà, molto probabilmente, il nome di Mia, ovvero Misura d’Inclusione attiva. Il passaggio a tale misura, però, non avverrà in automatico. Questo anche perché MIA dovrebbe presentare dei requisiti ancora più stringenti rispetto al reddito di cittadinanza.
Ne è un chiaro esempio il limite Isee che dovrebbe scendere da 9.360 euro a quota 7.200 euro. Ma non solo, cambieranno anche i limiti inerenti i redditi dei soggetti richiedenti che dovranno essere pari a massimo sei mila euro all’anno, moltiplicati per il coefficiente della scala di equivalenza. A proposito di quest’ultimi, stando a quanto si evince dalla bozza di provvedimento, con il passaggio a Mia le famiglie con minori potrebbero risultare maggiormente svantaggiate. Questo perché proprio i minori dovrebbero uscire dal parametro di scala di equivalenza.
Misura d’Inclusione attiva: differenze tra occupabili e non occupabili
Il governo, inoltre, potrebbe decidere di dividere i potenziali beneficiari della Mia in due differenti fasce, ovvero i nuclei famigliari con persone non occupabili e quelli con soggetti occupabili.
Nel caso in cui si tratti di nuclei famigliari con persone occupabili, invece, il sussidio scadrà dopo un anno dalla prima richiesta e 6 mesi dopo la seconda. Un’eventuale terza domanda potrà essere presentata solo dopo uno stop pari a 18 mesi. Per finire, per quanto concerne gli importi, il sussidio base per i nuclei familiari composti da una sola persona continuerà ad essere pari a 500 euro. Per le persone occupabili, invece, l’importo base verrà ridotto a quota 355 – 375 euro.
Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta solo di ipotesi. Bisogna infatti attendere l’approvazione ufficiale della Mia da parte del governo per capire quando farà ufficialmente il suo debutto e soprattutto quali saranno i requisiti richiesti per accedere a questa nuova misura.