Boom di accise sul carburante
Come mai questa discrepanza abnorme tra andamento delle quotazioni del greggio e quello dei prezzi alla pompa? Vediamo di capirne di più. Nel 2008, su un litro di benzina gravavano imposte (accise + IVA) per 76,14 centesimi al litro, pari al 57,3% del prezzo finale, mentre oggi queste sono cresciute a 98,6 centesimi, pari al 69% del costo complessivo. Dunque, a fronte di un aumento del prezzo di circa 10 centesimi, lo stato ha incrementato la tassazione di 25,5 centesimi al litro rispetto al 2008.
Se questa fosse rimasta invariata, quindi, oggi pagheremmo la benzina mediamente intorno a 1,22-1,23 euro, ossia una decina di centesimi
in meno, non in più di 8 anni fa. Resta il fatto, però, che anche in quel caso si sarebbe registrato un adeguamento troppo parziale dei prezzi alla pompa rispetto a quelli del mercato petrolifero (-7,5% contro -40%). Anche tenendo conto dell’inflazione cumulata, il calo sarebbe di meno della metà rispetto a quello del greggio. La tassazione complessiva risulta cresciuta anche per il gpl, che sconta 25,6 centesimi al litro tra accise e IVA contro i 22,60 del 2008. L’incidenza sul prezzo finale sale al 42,4% dal 33,6%. E, infine, su un litro di gasolio per auto, incidono imposte per 84,4 centesimi dai 23 del 2008, pari al 67,2% dal 40,5% del prezzo finale. Riassumendo: gli aumenti delle accise e dell’IVA hanno pesato nell’adeguamento dei prezzi del carburante alle quotazioni del petrolio, notevolmente più basse di quelle del 2008, quasi dimezzate, in termini effettivi. Tuttavia, da soli non spiegherebbero il calo poco sostenuto alla pompa. Se i distributori ritoccassero i listini in maniera piena, in base ai dati sopra elencati, oggi un litro di Super dovrebbe aggirarsi intorno a un euro al litro, mentre la paghiamo circa 45 centesimi in più.