Spread BTp-Bund in picchiata e rendimenti sovrani in tutta l’Eurozona in caduta libera dopo che il comunicato della BCE questo pomeriggio annunciava l’adozione di nuovi stimoli monetari, quasi certamente gli ultimi dell’era Draghi. I tassi sui depositi overnight verranno tagliati di ulteriori 10 punti base al -0,50%, pur accompagnati da un “tiering” per non gravare ancora di più sui margini bancari. Vengono anche ripristinati gli acquisti di assets con il “quantitative easing” per 20 miliardi di euro al mese dall’1 novembre e per tutto il tempo necessario, così come le aste T-Ltro erogheranno prestiti alle banche dalla durata massima di 3 anni, non più 2 come si era previsto sino a ieri.
Il differenziale di rendimento tra titoli di stato italiani e quelli tedeschi sulla scadenza a 10 anni è sceso fin sotto 145 punti base, con il nostro BTp decennale a offrire fino a meno dello 0,80% e il Bund in area -0,64%. Il trentennale tedesco è tornato in area negativa, dopo che per le precedenti sedute aveva reso positivamente, esibendo un -0,11%. Altro aspetto interessante riguarda la discesa del BTp a 4 anni (scadenza marzo 2023) in territorio negativo, quando ancora fino al primo pomeriggio di ieri offriva lo 0,08%, arrivando a esibire un -0,06%.
La curva dei rendimenti italiani collassa ulteriormente, vuoi per la nascita del governo giallorosso apprezzata dai mercati finanziari, vuoi anche per le nuove misure annunciate dalla BCE. E così, il trentennale rivede quasi i minimi storici toccati a inizio settembre, viaggiando in area 1,95%, mentre il BTp 2067 rendeva subito dopo il comunicato qualcosa come il 2,19%, 15 bp in meno di poco prima, anche in questo caso avvicinandosi al minimo record di una settimana prima, quando toccava il 2,11%.
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Gli stimoli adottati sono stati una parziale sorpresa. Negli ultimi giorni, si era speculato su divisioni in seno al board e tali da costringere il governatore Mario Draghi al passo indietro almeno sul QE2.
Detto ciò, lo spread con la Spagna rimane ampio, intorno ai 65 bp, con il decennale spagnolo ad essere scivolato dallo 0,23% allo 0,14%, pur tenendosi lontano dal minimo record di agosto, quando era sceso in territorio negativo, pur per un brevissimo tratto di seduta. Guardando il grafico, notiamo come il decennale italiano sia passato dall’1,40% a cui rendeva prima dell’apertura della crisi di governo, a circa lo 0,80%. Nello stesso arco di tempo, i rendimenti spagnoli e tedeschi si sono mantenuti grosso modo stabili, segnalando come il crollo di quelli italiani sia stato dovuto perlopiù a fattori specifici, vale a dire il cambio di aria a Roma con il ribaltone parlamentare che ha portato il PD al governo e al posto della Lega. Bene anche la Grecia, il cui decennale rendeva ieri pomeriggio l’1,54%, poco più di un terzo dei livelli di inizio anno.
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