Tra i contrari al reddito di cittadinanza, quasi pronto al debutto in Italia, più di uno ha portato come prova l’esempio fallimentare della Finlandia? Ma è scontato che da noi succederà lo stesso? Che cosa non ha funzionato in Finlandia e quali sono le differenze con l’Italia? Facciamo chiarezza per evitare alcune bufale che stanno circolando sull’argomento.
Il reddito di cittadinanza è durato due anni in Finlandia
Attenzione però: il paragone è coerente?
Il progetto finlandese ha debuttato il primo gennaio 2017 e si è concluso il 31 dicembre del 2018.
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Dall’analisi è emerso che durante il primo anno di introduzione il sostegno economico non ha spinto i disoccupati a cercare un lavoro. L’impatto sui livelli di occupazione quindi è stato minimo. I salari medi non sono aumentati. Quello che invece è migliorato, come hanno confermato i sondaggi telefonici, è stato il benessere generale e l’abbassamento del livello di stress. Tra gli esperti c’è anche chi adduce le ragioni del flop del reddito di cittadinanza in Finlandia al periodo di tempo concesso considerato troppo breve per vedere risultati concreti. Così formulato, inoltre, come confermato da un rapporto Ocse, il piano del governo era troppo costoso. Stupisce peraltro che la misura era stata voluta da un governo conservatore di centro destra, favorevole alle misure di austerità.