È ormai certo che il reddito di cittadinanza a breve subirà dei forti tagli, e c’è chi parla addirittura della sua definitiva cancellazione. Alcune modifiche a questo istituto dovrebbero vedersi già con la stesura della prossima legge di bilancio, quindi entro quest’anno. Ad ogni modo, Claudio Durigon, senatore della Lega e sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, intervistato a “24 Mattino”, su Radio24, ha dichiarato che:
“sebbene qualche modifica si possa fare sin da subito, il reddito di cittadinanza non finisce sicuramente il 31 dicembre”.
Una buona notizia per i tanti percettori del sussidio. Il problema è che le modifiche potrebbero riguardare proprio il taglio del reddito di cittadinanza ai giovani in condizioni di lavorare. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Chi sarà escluso dal sussidio?
Presto il reddito di cittadinanza potrebbe diventare un vecchio ricordo, almeno per come lo conosciamo adesso. Il nuovo presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, vorrebbe sostituirlo con un altro strumento di welfare ritenuto più efficace: il reddito di solidarietà. Quest’ultimo consiste in un sussidio a favore dei fragili:
- anziani senza un lavoro;
- nuclei familiari con minori a carico;
- nuclei familiari con disabili.
Nessun beneficio sarà invece previsto per i giovani in grado di lavorare. Questi, secondo le ultime stime dell’Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro), rappresenterebbero circa un terzo degli attuali beneficiari. Togliendo loro il sussidio, ovviamente, si risparmierebbero notevoli risorse finanziarie. C’è poi un’altra importante questione, e riguarda i controlli sui furbetti che percepiscono il reddito di cittadinanza senza averne diritto.
Reddito di cittadinanza: non finisce il 31 dicembre ma ci saranno delle modifiche
Come già detto in apertura, Claudio Durigon, senatore della Lega e sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, intervistato a “24 Mattino”, su Radio24, ha dichiarato che: sebbene qualche modifica si possa fare sin da subito, il reddito di cittadinanza non finisce sicuramente il 31 dicembre.
In primo luogo, c’è da pensare alla questione dei controlli.
La gestione dell’INPS è centralizzata e non ha un rilievo di presenza sul territorio. Durigon spiega che bisognerebbe dare un po’ più di potere ai Comuni come era per il Rei e anche di spostare tutta l’attività di controllo ai Comuni, perché in questo modo “diamo una stretta sulle truffe che stiamo vedendo in questo periodo con la gestione centralizzata dell’INPS, che non è capillare sul territorio e accoglie le domande così come vengono”.
Oltre a questo, bisogna dare una risposta al mercato del lavoro. “Il reddito di cittadinanza non si può dare a vita a chi può e deve andare a lavorare. Non può esistere la mentalità del ‘tanto ho il reddito di cittadinanza’, per cui non si trovano soluzioni”.