Parlare di eredità del reddito di cittadinanza è possibile? In effetti chi prende il sussidio prende soldi, anche se finiscono su una card. E non possono essere tutti prelevati liberamente ma vanno consumati principalmente per spese di prima necessità, bollette e farmaci. Gli eredi di un defunto hanno il diritto di subentrare nei suoi averi (chiamati lasciti), sia mobili che immobili, e perfino a continuare a prendere la sua pensione, anche se in parte. Come vedremo, però, per il reddito di cittadinanza è diverso.
“Buonasera, sono Veronica, casalinga di 40 anni che ha perso il marito. Eravamo beneficiari del reddito di cittadinanza con la nostra famiglia composta da me, mio marito e i nostri due figli di 12 e 17 anni. Da un mese mi hanno sospeso il sussidio. Volevo sapere il perché di questa sospensione e se possiamo ereditare il sussidio di cui era titolare mio marito. Grazie per la vostra eventuale risposta.”
Reddito di cittadinanza si eredita? Ecco la risposta per chi ha perso il beneficiario
Più che eredità per il reddito di cittadinanza si deve parlare di continuità di fruizione. In pratica la famiglia che prendeva il reddito di cittadinanza e nella quale è morto uno dei beneficiari, può continuare a percepire il sussidio anche dopo il decesso. Naturalmente devono essere rispettate sempre le stesse condizioni utili alla fruizione del beneficio. Alla morte di un beneficiario del reddito di cittadinanza gli eredi, o meglio, i componenti del nucleo familiare del defunto, possono continuare a percepirlo. Ma occorre tempo.
Nessuna nuova domanda di RDC ma l’ISEE va rinnovato comunque
Nel momento in cui muore un beneficiario del reddito di cittadinanza, i componenti del nucleo familiare di quest’ultimo non hanno nessuna adempimento particolare da espletare.
Il reddito di cittadinanza è collegato a reddito e patrimonio del nucleo familiare, ma anche alla sua composizione
Va ricordato infatti che il sussidio viene erogato a una famiglia in base a dei prestabiliti parametri. È necessario avere un ISEE in corso di validità. e deve essere riferito a tutti i componenti del nucleo familiare. In sostanza, per fruire della prestazione incidono tutti i redditi e tutti i patrimoni di tutto il nucleo familiare. Oltre che per il diritto, il nucleo familiare dal punto di vista della sua composizione incide anche sulla misura della prestazione. A parità di redditi e patrimoni una famiglia con 4 componenti prende di più di una con 3 componenti per esempio. Inutile sottolineare che l’Inps, alla morte di uno dei componenti, deve rivedere le cifre erogate. Oltre naturalmente a verificare la continuità dei requisiti.
Quando un componente in meno o in più fa variare il sussidio
Infatti spesso un componente in meno può portare al superamento delle soglie reddituali e patrimoniali da non superare. Le dotazioni bancarie per esempio, non devono superare i 6.000 euro. Parliamo dei soldi in banca o alle poste, a qualsiasi titolo detenuti.
Bisogna correggere l’ISEE per poter continuare a percepire il sussidio
Nessuna nuova domanda deve essere presentata dalla famiglia interessata da un cambiamento come questo. Infatti in caso di nascite o di decessi, la domanda del reddito di cittadinanza non va ripresentata. Vale cioè quella iniziale. La normativa prevede però che ad ogni variazione del nucleo familiare va rinnovato l’ISEE. In termini pratici va ripresentata la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica). Un obbligo che decade anche in caso di decesso di un componente il nucleo familiare e da espletare entro 60 giorni dalla variazione. Quindi, la nostra lettrice dovrà presentare la nuova DSU all’Inps e solo così potrà consentire all’ente di verificare la permanenza dei requisiti necessari per fruire ancora del reddito di cittadinanza.