Ancora nessun rimborso del 730. Sono molti i contribuenti italiani che si trovano in una situazione paradossale: mentre è ormai alle porte la nuova stagione del 730, con le dichiarazioni dei redditi del 2025 in arrivo, c’è chi si trova ancora in sospeso con quella dello scorso anno.
In pratica, alcuni contribuenti non hanno ancora ricevuto il rimborso fiscale relativo al 730/2024 e si ritrovano ora a dover presentare la dichiarazione del 2025. Ma a cosa sono dovuti questi ritardi? Ecco come l’Agenzia delle Entrate giustifica la situazione.
“Salve, ieri ho chiamato l’Agenzia delle Entrate chiedendo spiegazioni sul rimborso del 730 che attendo da mesi.
Ho presentato il modello 730 senza sostituto, essendo disoccupato. L’ho inviato a giugno 2024. Il rimborso, circa 1.800 euro, sarebbe dovuto arrivare entro dicembre sul mio conto corrente, come è sempre accaduto in passato. Il modello è stato presentato con IBAN correttamente indicato. Ma a dicembre nulla. Il CAF mi disse che probabilmente ero finito sotto controllo, ma che non c’erano problemi. A gennaio nulla, a febbraio nemmeno. Allora ho chiamato l’Agenzia: mi hanno risposto in modo sbrigativo, dicendomi di avere pazienza. Il termine massimo per i rimborsi, mi hanno detto, è il 31 marzo. Ho richiamato il 27 marzo e mi hanno detto che la disposizione di pagamento è stata emessa il 20. Ora dovrò attendere altri 30 giorni. Ma è una specie di via crucis? Sempre sperando che stavolta si arrivi alla fine di questo arcano.”
Il rimborso 730/2024 ancora in attesa: ecco cosa dice l’Agenzia delle Entrate
Molti contribuenti sono seriamente preoccupati dal fatto che, a fine marzo, non abbiano ancora ricevuto il rimborso del modello 730/2024.
Alcuni sono ormai passati dalla preoccupazione allo scoramento, perdendo fiducia e dando praticamente per perso il rimborso.
Parliamo di contribuenti che, nel 2024, hanno presentato il modello 730 senza sostituto d’imposta, come nel caso del lettore che ci ha scritto. Chi non aveva un datore di lavoro o un ente pensionistico al momento della dichiarazione, o nei mesi successivi, rientra infatti in questa casistica.
Chi, invece, ha presentato il modello con sostituto – datore di lavoro o ente pensionistico – ha ricevuto quanto spettava direttamente in busta paga nei mesi successivi alla presentazione.
Infine, chi non ha potuto indicare un sostituto ha dovuto invece attendere i tempi ordinari, con accredito del rimborso di norma entro dicembre. Fa eccezione il caso in cui siano stati avviati controlli o verifiche, oppure sia stata avviata una proposta di compensazione con eventuali debiti pendenti presso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Va però chiarito che, secondo quanto riportato sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, per i rimborsi del 730 senza sostituto il termine ultimo è fissato al 31 marzo dell’anno successivo alla presentazione.
I tempi dei rimborsi, le date e tutto quello che c’è da sapere sul 730/2024
Anche noi della redazione di Investire Oggi abbiamo sempre specificato a chi ci scrive che l’Agenzia delle Entrate ha tempo fino al 31 marzo per rimborsare i crediti derivanti da 730 senza sostituto.
Chi ha monitorato la propria posizione sul sito dell’Agenzia avrà notato diciture differenti in base allo stato della pratica.
Ad esempio:
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“Richiesta ricevuta dall’ufficio competente”: la richiesta risulta presa in carico, ma non è ancora in fase di liquidazione;
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“A breve sarà emesso l’ordinativo di pagamento”: la pratica è in fase avanzata, ma la disposizione non è ancora partita;
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“Erogazione in corso”: la disposizione risulta emessa ed è indicata la data dell’ordinativo di pagamento. Da qui parte il conto alla rovescia dei 30 giorni per l’accredito effettivo.
Ecco chi può considerare conclusa la pratica
Solo chi, accedendo all’area riservata, visualizza la dicitura “erogazione in corso” e una data di ordinativo di pagamento può ritenersi tranquillo: il rimborso arriverà entro 30 giorni da quella data.
Deve essere chiarito che il termine del 31 marzo fa riferimento alla data della disposizione di pagamento, non all’incasso effettivo. In parole semplici, l’Agenzia ha tempo fino al 31 marzo per chiudere la pratica, mentre l’accredito può arrivare fino a un mese dopo.
Chi invece non vede questa dicitura, dovrà mettere in conto ulteriori attese, perché probabilmente ci sono problematiche specifiche che bloccano il rimborso.
Tra queste, ad esempio:
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Accertamenti in corso, per verificare eventuali anomalie o discordanze nella dichiarazione;
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Rimborsi superiori a 4.000 euro, che per legge sono soggetti a controlli preventivi e per cui i tempi di erogazione si allungano;
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Proposte di compensazione, nel caso in cui il contribuente abbia debiti fiscali da saldare con l’importo a credito.